Condominio "Giardino"
viale Caduti in guerra 168
Modena (MO)
Vecchi Vinicio progetto
1923/ 2007



Notizie storiche: progetto e costruzione
Con la torre ad appartamenti in viale Caduti in Guerra, Vinicio Vecchi prosegue una sperimentazione sul tema dell’edificio alto del tutto coerente con l’impostazione urbana codificata da Mario Pucci col piano regolatore del 1958. Oltre alla “città pubblica”, la cui caratterizzazione, attraverso una serie di infrastrutture strategicamente collocate, è affidata ad un linguaggio civile ben riconoscibile, è il tema del “grattacielo” ad acquisire un ruolo centrale nella costruzione di un ambiente urbano moderno e all’avanguardia. Sorgono così una serie di torri o complessi ad appartamenti disposti a corona attorno al centro storico, sulla circonvallazione dei viali su cui sono ancora presenti lotti disponibili o su cui, più frequentemente, vengono effettuate delle puntuali operazioni di sostituzione. Oltre al celebre edificio ad appartamenti ed uffici “Ponte della Pradella”, la torre di Viale Caduti in Guerra rappresenta un esempio evidente di raggiunta maturità, in cui il virtuosismo strutturale si combina magistralmente con raffinati giochi compositivi e linguistici. L’edificio si colloca su un lotto il cui affaccio sul viale ha un estensione piuttosto ridotta: l’ingresso è infatti collocato su via Muzzioli, nel corpo di minor altezza trattato come un volume indipendente. Il prospetto principale svetta al contrario sul tessuto circostante, caratterizzato da un edilizia a bassa densità ma soggetto nel dopoguerra a fenomeni di sostituzione e superfetazione. La fitta trama delle nervature verticali caratterizza il prospetto, inquadrando una serie di ampie logge affacciate verso i Giardini Pubblici. Esili solette dall’andamento trapezoidale costituiscono i balconi d’angolo, mentre le logge sul corpo basso, a conferma dell’assunzione di una visuale privilegiata verso il centro storico e i giardini pubblici, sono inclinate di trenta gradi e inserite anch’esse in un reticolo di elementi strutturali in calcestruzzo. Qui, ancor più che in altri edifici, è evidente il rimando di Vecchi ad alcuni stilemi dell’edilizia del dopoguerra, come il celebre Palazzo Ina di Franco Albini a Parma. Ma sono evidenti anche altre citazioni di professionisti affermati di questi anni, come sicuramente Ignazio Gardella. Il maggior elemento di caratterizzazione formale resta tuttavia il coronamento: all’ultimo piano le nervature si ritraggono e una sottile copertura a falde rovesciate sembra galleggiare sulla sommità, in evidente analogia con la casa Incis di via Dogali (1951-52), costruita durante la collaborazione con Pucci.