Complesso di Porta Reno
corso Porta Reno, via Vaspergolo
Ferrara (FE)
Natalini Adolfo progetto
1941/ 2020



Notizie storiche: progetto e costruzione
Sull’area occidentale dell’isolato delimitato dalle attuali corso Porta Reno, via Vaspergolo, via S. Romano e Via Ragno sorse un complesso edilizio progettato a partire dal febbraio 1990 da Adolfo Natalini. Ultima fase della lunga e complicata vicenda del risanamento di San Romano, i cui inizi risalgono alla seconda metà degli anni trenta, il progetto si colloca in un’area centrale a pochi passi da piazza Trento e Trieste e dal castello estense. La Società Immobiliare Alba s.r.l. di Porto Garibaldi (FE) ottenne la concessione edilizia per la costruzione di un edificio destinato ad ospitare funzioni commerciali, residenziali e terziarie nel luglio 1990 (p.g. 10699/90) alla quale seguì una variante al progetto nel settembre 1992. Successivamente, nel 1995, la concessione venne intitolata alla cooperativa Edilcoop s.r.l. che appena due anni dopo fallì. I lavori si protrassero fino al 2000 dopo ulteriori varianti interne. Natalini studiò anche il progetto della sistemazione della piazzetta tra via Ragno e corso Porta Reno i cui lavori furono rallentati dal ritrovamento di reperti archeologici di notevole importanza durante i lavori, le cui analisi stratigrafiche si conclusero nel giugno 1994.
Il progetto generale prevedeva la realizzazione di tre edifici disposti a “L” attorno ad una piazzetta pedonale corredati da autorimessa e magazzini interrati. Così Natalini descrive il primo progetto: «Il primo prospetta su Corso Porta Reno, ha pianta rettangolare ed al piano terreno è scavato da un portico che da via Vaspergolo e Corso Porta Reno conduce alla piazzetta angolare.
Si compone di un basamento di negozi a doppia altezza e di tre piani con due appartamenti a piano.
Questo primo corpo è rivestito in mattoni faccia a vista con modanature di cotto trafilato ed elementi in pietra. La parte basamentale è in pietra a ricorsi orizzontali (biancone).
Il secondo è affacciato sulla piazzetta angolare e fa da cerniera agli altri due, ha pianta pressoché quadrata (con un angolo mancante per adattarsi alla forma ad “L” del lotto) ed al piano terreno è completamente porticato. Sopra il porticato (a doppia altezza) s’impostano quattro piani: i primi tre contengono un ufficio a piano e l’ultimo un appartamento.
Questo secondo corpo (che ha i lati interni al lotto rivestiti in mattoni faccia a vista) ha i due lati sulla piazzetta trattati plasticamente e rivestiti in pietra (biancone con alcune fasce in rosa Verona). L’angolo si completa in alto con un elemento terminale composto di tre colonne cilindriche in cotto con parti in pietra.
Il terzo corpo prospetta su Via Ragno, ha pianta rettangolare, al piano terreno è attraversato da un passaggio che porta ad una corte interna (con la possibilità di prolungarsi in futuro attraverso l’edificio adiacente fino a via Vaspergolo) ed è occupato da negozi di altezza normale.
Sopra a questo si trovano tre piani, il primo dei quali occupato da tre appartamenti, e gli altri due occupati da tre appartamenti in duplex.
Per questo terzo corpo si è infatti adottata una tipologia tradizionale da lotto gotico con diversi corpi scale perpendicolari alla facciata.
È rivestito in mattoni faccia a vista con modanature in cotto trafilato ed elementi in pietra.
I tre corpi si diversificano quindi sia per le tipologie adottate che per la morfologia, presentando diversi ritmi di aperture e dettagli costruttivi diversi, cercando di rispondere alle diverse giaciture.
Si configura così un episodio urbano formato da un edificio su una grande via (il corso), delle case a schiera su una piccola strada e un palazzetto su una piazza».
Il progetto si pone nei riguardi della città antica evocando la storia del luogo e ricercandone l’identità; la ricostruzione di questo isolato diventa per Natalini l’occasione per tradurre gli elementi della tradizione locale in nuova architettura.




fonte: Matteo Cassani Simonetti _ Mibact _Architetture del secondo '900