Edificio per negozi, uffici e residenze in corso della Repubblica
corso della Repubblica 155
Forlì (FC)

Tumidei Eolo (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
L’edificio innesta un nuovo volume in una cortina preesistente all’interno della città storica, in sostituzione di due corpi demoliti.
L’intervento insiste su corso della Repubblica uno degli assi viari che maggiormente definiscono il disegno della città moderna voluta da Mussolini nel corso degli anni Trenta.
Il processo di trasformazione urbana degli anni Cinquanta e Sessanta in questa parte di città, impone un ripensamento della strada stessa che cambia radicalmente volto, ad opera tanto dell’imponente ed incontrollata crescita edilizia, quanto di progetti che si occupano espressamente di aumentare la qualità dell’immagine della città, come l’edificio della Fondazione Garzanti (1954-57 di G. Ponti nelle immediate vicinanze del sito, che ispira certamente l’opera di Tumidei.
In risposta alla necessità di risolvere l’aspetto figurativo, l’architetto si serve di un’intelaiatura a trama fine di cemento e suggerisce attraverso di essa, un ritmo che dialoga con le pannellature alternate ai vuoti della loggia.
L'edificio rispecchia nell'organizzazione planimetrica le funzioni per le quali è stato progettato.
L'accostamento di due volumi a base rettangolare in una pianta a forma di T, genera una sequenza di percorsi che regolano una progressiva transizione degli spazi da pubblici a privati. Attraverso la galleria, accessibile dal piano terra accanto alle vetrine dei negozi scandite dal passo dei pilastri a vista, si raggiunge infatti una delle corti interne.
Il volume su Corso della Repubblica è costituito da una ripetizione di una pianta tipo, dal primo al quinto piano. Una variazione planimetrica è presente all'ultimo livello dove un arretramento del prospetto lascia spazio ad una grande terrazza.
In facciata l’edificio presenta una sintassi regolare e simmetrica. Il piano terra è adibito ad attività commerciali mentre i cinque piani che lo sovrastano, ospitano residenze e uffici e vengono separati da una cordonatura orizzontale che definisce la quota da cui la struttura verticale emerge a vista. Essa si mostra composta di otto esili elementi binati a sbalzo in calcestruzzo armato, che suddividono verticalmente la facciata in sette parti uguali. Le fasce marcapiano sono evidenziate da un cambio di materiale e conferiscono al prospetto una scansione a griglia che allontanandosi dall'asse di simmetria si presenta progressivamente più scavata. La porzione centrale in laterizio, completamente priva di bucature, è affiancata da due sezioni caratterizzate dalla presenza di finestre a tutta altezza. Una serie verticale di profonde logge, completate con una sottile ringhiera in ferro verniciato, caratterizza le due partizioni più esterne della facciata. Il cornicione in vetrocemento, chiude lo sviluppo verticale della struttura e alleggerisce l’edificio.
Il prospetto sulla corte interna rispecchia i rapporti dimensionali della facciata principale, ma viene fortemente semplificato attraverso l'unificazione dei materiali nel solo uso dell'intonaco e la mancata riproposizione degli elementi stilistici e formali caratteristici. Il volume che si sviluppa tra le due corti conferma questa transizione. Qui i prospetti abbandonano ogni legame con i principi regolatori della facciata principale. La disposizione ed il dimensionamento delle aperture permette una diretta lettura degli spazi interni e segue una distribuzione più funzionale che formale.




fonte: Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga - Mibact - Architetture del secondo '900 - immagini Contino Leonard