Complesso industriale-commerciale OM-Gandolfi
via Emilia 265
San Lazzaro di Savena (BO)
Gresleri Glauco progetto
1930/ 2016



Notizie storiche: progetto e costruzione
L'architetto Glauco Gresleri (1930-2016) costruisce le Officine OM Gandolfi a San Lazzaro di Savena. Con questo progetto vince il premio IN-ARCH per la migliore architettura della regione.

Le officine meccaniche OM Gandolfi, attive nella produzione e commercializzazione di camion e macchinari per l’industria, hanno rappresentato fino agli anni ’70 uno dei maggiori complessi industriali dell’area bolognese. Situato in prossimità del nodo autostradale di Caselle, il complesso si compone di tre edifici.
Il corpo principale è destinato a sala mostre, zona ricambi e spazio vendita, nei quadranti in prossimità della strada e ad autofficina, nella restante parte. La copertura di sessanta metri di lunghezza senza appoggi, garantisce una perfetta flessibilità nella divisione funzionale degli spazi e una comoda movimentazione dei mezzi all’interno.
La struttura è composta di una sezione in cemento armato precompresso a “Y” che si ripete in cinque campate definendo chiaramente il profilo dei prospetti longitudinali. Ciascun modulo strutturale integra i componenti tecnologici per la climatizzazione e l’illuminazione artificiale, mentre quella naturale proviene dalle vetrate che tamponano le superficie verticali e conferisce un particolare effetto di comfort all’interno degli spazi del lavoro.
Sul prospetto principale, caratterizzato dal profilo arcuato della copertura e dal tamponamento vetrato, s’innesta perpendicolarmente il secondo corpo di fabbrica destinato alla palazzina per uffici. Questa si posiziona, pertanto, in prossimità delle funzioni del primo quadrante del corpo principale, che necessitano di un contatto diretto con la parte amministrativa e definisce due spazi aperti. Il primo è costituito dal grande piazzale antistante il fronte principale, il secondo è rappresentato da un giardino privato direttamente a contatto con la palazzina degli uffici che riprende la dialettica cemento a vista-vetro, presente nella scelta materica di tutto il complesso. Il volume ad un piano si presenta, infatti, fortemente caratterizzato dal tetto-giardino in cemento a vista, in cui è accentuato e reso visibile lo spessore della soletta aggettante e delle travi portanti che escono in facciata. L’effetto è quello di uno schiacciamento sulla sottostante parete di tamponamento vetrata, che viene al contempo ombreggiata dalla copertura stessa.
Completano il complesso un terzo edificio che fa da sfondo sul lato meridionale del lotto, destinato alle lavorazioni pesanti (lavaggi, carrozzeria) e un quarto, destinato ad appartamenti per il personale residente e ai servizi di accoglienza al cliente, come il bar, il ristorante.



fonte: Architetture del secondo Novecento - Mibact - Matteo Sintini