Stabilimento Casor, edificio industriale per l'abbigliamento
Via Serenari 16
Castel Maggiore (BO)
Zaffagnini Mario progetto
1936/ 1996

Simonelli Giuseppe (progetto strutture)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Una lucida analisi distingue gerarchicamente due ambiti funzionali. Il primo, un grande open space quadrato dedicato principalmente alla produzione di capi di abbigliamento, è neutro e flessibile grazie a generose campate strutturali rette da pilastri circolari in cemento armato (su maglia regolare quadrata di 14,40 metri), coperto da travi reticolari metalliche dal vivace colore giallo. Come “scatole” ospitate nel volume principale, alloggiano qui anche le funzioni direzionali e di progettazione, delimitate da pareti attrezzate leggere e controsoffittate con lamelle metalliche bianche che generano una sezione “a misura d’uomo” nei luoghi più statici dell’attività. Unici blocchi predeterminati sono tre nuclei di servizi igienici, la cui eccezionalità nella regola è enfatizzata dalla cromia a righe diagonali. Tutto il resto è disponibile all’evoluzione dei processi lavorativi nel tempo. Anche in sezione il volume è unico, dedicando i primi quattro metri in altezza alle attività produttive e la restante fascia intra-dossale agli impianti lasciati a vista, con beneficio nella gestione tecnica, ma soprattutto con chiaro intento di esaltazione architettonica della componente “machiniste”. L’illuminazione naturale è garantita dal taglio perimetrale alto, tamponato verticalmente con u-glas color bronzo, arretrato rispetto al perimetro di gronda della grande lastra di copertura, generando in facciata una linea d’ombra che esalta le travi reticolari. A cingere tre lati della hall centrale si aggrega la seconda componente, un articolato assemblaggio di volumi prismatici in cemento armato a vista più bassi, che contengono locali accessori, tecnologici e di corredo. Il quarto lato è organizzato con un criterio analogo. Ad una prima lettura, la destinazione produttiva e l’uso dichiarato di acciaio, cemento armato e vetro narrano il Mario Zaffagnini “ufficiale”, promotore di materiali e processi costruttivi della modernità e dell’industrializzazione. Un edificio che nei decenni ha dimostrato la propria mutevole vitalità rivela invece una natura più profonda: un grande compositore, che non si accontenta di risolvere i nodi costruttivi e di layout in maniera ineccepibile, ma li fonde in una sinfonia coerente.

fonte: Michele Ghirardelli in Quaderni di Architettare 02 | Mario Zaffagnini Architetto