Quartiere "La Meridiana" e grattacielo, sulla via San Vitale
via Luca Della Robbia
via Massarenti, via Cellini 18-20
Bologna (BO)

Cavani Guido (progetto)
Bozzato Giorgio (progetto)
Calanchi Rinaldo (progetto)
Montuori Piero (progetto)
Orlandi Massimo (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Al centro dell'insediamento edilizio della Meridiana, costruito dall'ACLI Casa negli anni 1958-60 nella zona San Vitale, sorge un grattacielo per residenze a basso costo.
Progettato da un gruppo di tecnici (Bozzato, Calanchi, Montini, Orlandi) coordinato da Guido Cavani, ha una base di 41 metri per 11, è alto 70 metri e ospita 84 famiglie.
E' definito una "lastra conficcata" in un quartiere a sviluppo lineare. Fino alla costruzione del Fiera District alla fine degli anni Settanta, rimarrà l'unico forte segno verticale nella periferia cittadina.
Il corpo di fabbrica riassume in un blocco di ventidue piani, alto circa settanta metri, il programma funzionale di cinque edifici in linea che dovevano occupare l’area secondo il progetto iniziale.
La posizione distante dal centro storico favorisce il ripensamento e la scelta di un modello che rappresenta certamente un’anomalia rispetto all’edificato a bassa densità della zona e rispetto alle consuetudini dell’edilizia residenziale a basso costo in generale, che trova raramente soluzioni tipologiche ricondicibili a quelle del grattacielo.
Seppur applicato a un edificio alto, la torre fa ricorso ad un’immagine tradizionale volta a richiamare il consueto aspetto dell’abitazione popolare di quegli anni, applicandovi un linguaggio realista in aperta contraddizione con la regola “internazionale” del grattacielo in ferro e vetro che vede, tra i precedenti più noti, i coevi progetti per la torre Velasca di BBPR a Milano o per il grattacielo Roma di Michelucci a Livorno.
Sui fronti principali affiora la maglia strutturale in vista che accentua il valore bidimensionale del prospetto, riquadrandolo in una giglia composta dalle travi e dai pilastri che risvoltano in copertura assecondando il profilo mistilineo della forma del tetto.
All’interno di quest’orditura costituita dal telaio, una seconda trama “minore” di elementi verticali, scandisce i tamponamenti in mattoni faccia a vista e le finestre, mentre i lati corti si presentano, per contrapposizione, completamente ciechi ad eccezione della fila di finestre singole allineate le une alle altre in posizione asimmetrica rispetto alla mezzeria del fronte.
Ancora, in riferimento all’idea del grattacielo come “casa” e contrariamente al modello “classico”, l’edificio trova, poi, un rapporto diretto con il suolo, senza la mediazione di un volume basamentale di raccordo, segnalando ulteriormente le proporzioni che, a causa della ridotta profondità del corpo di fabbrica, accentuano lo slancio verticale e la conseguente valenza di segnale urbano nel territorio, tutt’ora apprezzabile.



fonte: Matteo Sintini - Mibact - Architetture del secondo '900