Complesso residenziale INA-Casa San Donato
via Andreini
Bologna (BO)
Notizie storiche: progetto e costruzione
L’insediamento INA Casa ideato dalla celebre cooperativa professionale di Reggio Emilia (la prima di tale genere in Italia), sviluppa uno schema del tutto libero che registra e affianca comunque le preesistenze, rappresentate dalla via Andreini e dal rilevato ferroviario della Cintura merci. La disposizione sinuosa degli edifici, tutti di altezza contenuta e dotati di varchi passanti di collegamento, genera una serie di spazi urbani assimilabili a piazze-giardino, che rappresentano la connessione tra l’ambito pubblico e quello semi-privato delle case; analoga funzione è svolta dai bassi porticati che costeggiano le strade d’ambito, e che costituiscono un elemento del tutto originale e inconsueto nella tradizione progettuale dell’INA Casa.Facciate in mattoni a vista, bow-window e logge, comignoli particolarmente strutturati, muri e cancellate di recinzione costituiscono gli elementi architettonici distintivi di questo villaggio, che mostra chiaramente l’influsso della cultura progettuale britannica e nord europea. All’interno dell’abitato, in una ampia area a verde, è accolta e protetta la struttura scolastica appositamente realizzata per il villaggio.,
La stagione INA Casa nasce nel 1949 in virtù della Legge 43, con cui si approva il “Progetto di legge per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i lavoratori “, fortemente voluta dall’allora Ministro del Lavoro Amintore Fanfani. Il Piano Incremento Occupazione Operaia Case per Lavoratori, detto comunemente Piano Fanfani, viene attuato in due settenni consecutivi ed individua nell’edilizia un ruolo fondamentale per la ricostruzione del Paese, assicurando nello stesso tempo l’impiego di grandi masse operaie. Così, mentre si soddisfa la forte domanda abitativa scaturita durante e dopo il periodo bellico appena trascorso, si fa fronte al grave problema della disoccupazione. Lo stesso Fanfani riconosce nel settore edilizio un efficace propulsore dell’intero sistema economico, in grado inoltre di asorbire la mano d’opera non qualificata nel passaggio dall’agricoltura all’industria. L’INA Casa è costituito presso INA, l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, ed è composto da due organi fondamentali: il Comitato di attuazione, con poteri deliberativi e a contatto diretto con il Ministro del Lavoro; la Gestione INA Casa, che sovrintende gli aspetti tecnici e della progettazione. Al termine del secondo settennio, nel 1963, la Gestione INA Casa viene soppressa, ed è istituita la GESCAL, Gestione case per lavoratori; il patrimonio INA Casa viene liquidato e confluisce agli Istituti Autonomi Case Popolari competenti per territorio.,
La cooperativa Architetti e Ingegneri nasce nel 1947 come “Studio cooperativo di costruzioni civili” da un’idea di architetti e ingegneri reggiani studenti del Politecnico di Milano, tra i quali ricordiamo in particolare: Antonio Pastorini, Osvaldo Piacentini, Aldo Ligabue, Eugenio Salvarani, Athos Porta, Silvano Gasparini, Franco Valli, Ennio Barbieri, Antonio Rossi a cui si sono aggiunti nel 1961 in forma continuativa Ermanno Grasselli e Paolo Voltolini.
Dal 1952 prese il nome attuale di “Cooperativa Architetti e Ingegneri”, divenendo la prima e unica operativa in Italia fino agli anni Settanta. Solo allora prese il nome di “Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia” per differenziarsi dalle altre che stavano nascendo in quel periodo.
La CAIRE è ricordata per alcuni progetti realizzati tra il 1954 e il 1970, pubblicati sulle più importanti riviste specializzate nazionali ed estere come il concorso per la stazione di Napoli del 1954, il concorso nazionale per il quartiere S. Gobain di Pisa che ebbe il 1° premio urbanistico ed architettonico, la sede della Camera di Commercio a Reggio Emilia in Palazzo Scaruffi nel 1955, la progettazione dei quartieri residenziali INA-CASA a Modena (S. Agnese, 1957-1965) e a Bologna (S. Donato, 1963), e il progetto della sede nazionale della Lega delle Cooperative in via Guattami a Roma. La CAIRE riceve il premio Emilia Romagna dell’Istituto Nazionale di Architettura per il nucleo residenziale “Nebbiara” a Reggio Emilia nel 1961. Nel 1962 riceve la medaglia d’oro della provincia di Reggio Emilia per l’architettura.
Sono da ricordare, inoltre, i progetti delle strutture alberghiere previste per l’indipendenza della Repubblica Somala nel 1960, le affermazioni nei concorsi internazionali per gli ospedali di Mogadiscio (1960), S. Cruz de Tenerife (1966, primo classificato) Dakar (1983).
Tra i lavori più significativi svolti fino a tutti gli anni ’80 sono da ricordare la partecipazione ai concorsi per il quartiere P.E.E.P. di Pieve Modolena a Reggio Emilia (1983-89) e per il Parco dei Teatri a Reggio Emilia (1985), l’affermazione ottenuta nel 1983 al Concorso Internazionale per il nodo ferroviario e la nuova stazione di Bologna, i progetti per infrastrutture ferroviarie e portuali degli ultimi anni, il progetto per la new-town di Halkaly presso Istanbul (1986), i molteplici incarichi svolti per industrie di livello nazionale come la Barilla, la Lombardini, l’Unicem, le Reggiane, Max Mara, la Gilmar, ecc.
La CAIRE ha collaborato alla stesura di progetti pubblici di piani di viabilità territoriali, al trasporto dell’acqua e alla difesa degli ambiti fluviali.