Padiglioni della Fiera
piazza della Costituzione 6
Bologna (BO)
Benevolo Leonardo progetto
1923/ 2017
Giura Longo Tommaso progetto
1932/ 2018
Melograni Carlo progetto
1924/ 2021



Notizie storiche: progetto e costruzione
Nel 1961 è bandito il concorso nazionale per la sistemazione urbanistica e la progettazione di massima del nuovo Quartiere Fieristico, nell'area nord della città.
Vince il progetto presentato dagli architetti Leonardo Benevolo, Tommaso Giura Longo e Carlo Melograni, che ottengono l'incarico di costruire i primi dieci padiglioni.
La prima pietra della nuova Fiera è posta nel maggio 1964 dal cardinale Lercaro.
Si costituisce la Società Finanziaria Fiere di Bologna, cui partecipano il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio e l'Ente Fiere. Presidente è Fernando Felicori, vicepresidente Athos Bellettini.
La Finanziaria si occupa della realizzazione del quartiere fieristico, sulla base del progetto vincitore degli architetti Leonardo Benevolo, Tommaso Giuralongo e Carlo Melograni.
I lavori sono previsti su un'area di 400.000 mq a nord della città. La prima pietra è posata dal Cardinale Giacomo Lercaro l'8 maggio, nella giornata inaugurale della 28a Fiera Campionaria.
L’intervento costituisce il nucleo fondante della Fiera di Bologna di cui risulta ancora oggi il cuore, nonostante il complesso si sia in seguito notevolmente esteso.
A livello urbanistico l'idea è quella di affidare ai padiglioni il compito di creare una separazione tra la densità dello spazio abitato e il centro direzionale. Devono essere uno spazio espositivo adattabile alle esigenze e ampliabile.
I padiglioni seguono una disposizione planimetrica che prevede un’organizzazione a bracci radiali, che si sviluppano a partire da uno stesso nucleo. In questo schema, i padiglioni di dimensioni minori sono disposti all’interno, mentre, accanto ad essi, trovano posto su ogni braccio i padiglioni di dimensioni maggiori.
Il sistema strutturale è costituito da capriate metalliche incernierate che coprono, seguendo lo schema planimetrico, lo spazio necessario, dando forma ad un ambiente che si apre a infinite possibilità di utilizzo. La configurazione reticolare della struttura è il punto di partenza per la caratterizzazione dei volumi.
La rotazione di 45 gradi della maglia, fa si che il tamponamento, in sandwich composto da lamiera grecata, eternit e poliuretano, la racchiuda solo in parte, creando un’alternanza che favorisce la continuità spaziale tra interno ed esterno. L’occhio del visitatore è guidato dalla struttura reticolare lasciata a vista, in particolar modo dalle grandi travi di 32 metri di luce, anch’esse a vista. L’idea della rotazione della struttura reticolare è utilizzata anche per la generazione di un pattern che caratterizza i pannelli di rivestimento della struttura: il motivo geometrico generato ricorda la trama di un tessuto che richiama, a sua volta, immagini proprie della corrente architettonica del Costruttivismo russo.
Ne risulta un’«ariosa leggerezza», applicata a una struttura di grandi dimensioni, che asseconda le intenzioni dei progettisti, espresse nella scelta del sistema costruttivo.
Per far fronte alle esigenze degli espositori, ciascun padiglione viene dotato di un sistema d’aria condizionata e di cunicoli trasversali da cui è possibile avere luce, acqua, servizi di telefonia, d’aria compressa e scarico.




fonte: Rielaborato da: Matteo Sintini, Margherita Merendino - Mibact - Architetture del secondo '900