Sede centrale Unipol
via Stalingrado 45
Bologna (BO)
Finzi Rita progetto
1947
Guidotti Andrea progetto
1948
Fini Gianfranco progetto struttura
1936

Masi Ettore (progetto)
Bersani Dante (progetto)
Porrelli C. (progetto struttura)
Bersani Giuseppe (sculture)


Notizie storiche: progetto e costruzione
L'edificio per uffici e servizi di via Stalingrado, già sede della compagnia assicuratrice Unipol e Coop Emilia-Veneto (ora Coop Adriatica), fu edificato tra il 1977 e il 1985. L’intervento si colloca nell’ambito del più ampio quadro di riqualificazione del settore come completamento della rete di servizi a sostegno del nuovo centro direzionale. Ultimo tassello del “sistema Fiera”, il progetto si svincola dai rapporti volumetrico-spaziali dell’intorno privilegiando un indirizzo rivolto alla creazione di un edificio dalla spiccata orizzontalità.
L’edificio si configura come un sistema di maglie a corte concatenate fra loro a formare un organismo chiuso in se stesso, caratterizzato dalla forte permeabilità con l’esterno e con gli spazi interni e dalla presenza di luoghi di sosta e attesa all’interno dei percorsi a costituire complessivamente un ambiente di lavoro confortevole, oltre che attento alla funzionalità.
Il principale asse di collegamento attraversa le corti del lato nord, mentre quelle a sud, divengono spazi verdi più raccolti. Una serie di percorsi si sviluppa tra interno ed esterno e tra i vari livelli dell’edificio, i cui blocchi funzionali si sviluppano su tre-quattro piani fuori terra, fino a raggiugere un massimo di sei nei nodi di collegamento fra le diverse “maglie” dell’edificio.
Il progetto è regolato da stretta organizzazione modulare che detta i principi dimensionali e salda tra loro il processo compositivo e quello costruttivo.
Dal punto di vista strutturale, l’impiego di componenti standardizzati e prefabbricati porta alla scelta di un modulo di 120x120 cm, ritenuto il migliore per una distribuzione sia orizzontale che verticale. La struttura lavora per pareti portanti, con partizioni interne mobili che risultano adattabili e trasformabili alle mutabili esigenze.
La modularità della struttura influenza direttamente la composizione dei prospetti, scanditi da pannelli di tamponamento di 240 x 360 cm. I pieni e i vuoti di facciata si alternano mantenendo la stessa logica delle campate strutturali. Per gli spazi interni aperti, invece, viene utilizzato un telaio di 240 cm di luce.
Anche per il solaio la scelta ricade sull’impiego di elementi prefabbricati in pannelli precompressi alleggeriti a sezione prismatica, di larghezza di 120 cm e luce di 12 m.
Lo schema modulare che caratterizza la costruzione è chiaramente leggibile grazie all’impiego ridotto degli elementi di base, che, a seconda della modalità con cui sono assemblati gli uni con gli altri, conferiscono varietà alla lettura. Essa viene integrata con la scelta dei materiali e del loro trattamento, rimarcando la distinzione tra terreno, basamento in mattoni e porzione prefabbricata dell’edificio. Quest’ultima viene trattata con una verniciatura epossidica marrone che uniformemente asseconda l’intera volumetria conferendo un’elevata riconoscibilità dell’intervento sul contesto.
L’ingresso principale dell’edificio è individuato dalla struttura bianca di un porticato, unico elemento in contrasto con lo scuro rivestimento dell’intero complesso. Gli accessi sono molteplici e disposti sui vari lati del lotto; tra questi, uno di quelli su via Stalingrado è segnalato dalla presenza delle sculture dell’artista Giuseppe Bersani.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

fonte: Architetture del secondo Novecento - Mibact - Matteo Sintini, Margherita Merendino