Palazzo dei congressi
piazza della Costituzione
Bologna (BO)
Bega Melchiorre progetto
1898/ 1978

Lieuwe Op't Land (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Il Centro Congressi fa parte di un insieme di poli, a diversa destinazione funzionale, che costituiscono il sistema di completamento delle attività da svolgersi nel complesso direzionale e fieristico del Fiera District.
L’edificio costituisce il collegamento tra il corpo d’ingresso alla fiera, progettato da Enzo Zacchiroli e la Galleria d’arte moderna di Leone Pancaldi.
Il Palazzo dei Congressi si configura come un luogo polifunzionale che, oltre ad essere spazio per conferenze e incontri, possa ospitare attività culturali connesse alle esigenze del polo fieristico, assolvendo all’occorrenza anche alle funzioni di sala cinematografica, teatro e sala concerti.
La pianta è il risultato dell’aggregazione di un modulo quadrato scalato in diverse dimensioni.
Essa prevede una disposizione degli spazi interni complessa e articolata, sviluppata su due livelli. Unico elemento a differenziarsi in questo schema planimetrico è l’ingresso, condiviso con la Galleria d’Arte Moderna che, organizzato su pianta rettangolare, ospita le funzioni a servizio delle due strutture, fra cui la biglietteria. Il passaggio tra l’ingresso e i diversi spazi interni è mediato da una hall di notevoli dimensioni, da cui si dipartono i corpi scala che la collegano alle sale del piano superiore.
Un grande cavedio per l’impianto di condizionamento separa la hall d’ingresso da una seconda area funzionale, con i servizi delle rappresentazioni teatrali posti lungo il muro perimetrale. Al centro di questa seconda area si trova il «golfo mistico», un ambiente a doppia altezza pensato per accogliere i musicisti, ed uno spazio di sotto-palcoscenico.
Al piano superiore, in corrispondenza del braccio di ingresso al piano terra, vi è un lungo corridoio su cui si aprono sale riunioni di differenti dimensioni.
Queste si conformano secondo una geometria determinata da esigenze acustiche. L’ ”Europa Auditorium” segue una forma a esagono che risulta deformato dall’allungamento di una coppia di lati verso il palcoscenico. La “sala Europa” gode di un’ottima acustica permessa dalla copertura in gesso concava e sfaccettata, in grado di propagare i suoni e dalla scelta dei materiali quali: la moquette della pavimentazione e il legno duro della parete di fondo, spezzata per riflettere il suono che si infrange sui pannelli laterali girevoli.
La regola di aggregazione dei moduli utilizzata in pianta si riflette a livello volumetrico nell’incastro dei ciechi volumi modulari, che rendono l’esterno dell’edificio sempre diverso a seconda dell’angolazione con cui lo si osserva. Ciò stempera l’aspetto massiccio e imponente che l’edificio assume, dettato da un rigore compositivo che si legge anche nella caratterizzazione dell’involucro esterno dove il calcestruzzo delle pareti, lasciato a vista, viene elevato ad elemento decorativo oltre che strutturale, attraverso cui realizzare una plastica immagine dell’architettura.

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Il 30 aprile 1975 il Ministro del Turismo e Spettacolo Adolfo Sarti inaugura alla Fiera un complesso di tre nuovi edifici.
Il Palazzo della Cultura e dei Congressi, progetto degli architetti Melchiorre Bega (1898-1976) e Lieuwe Op't Land, fa da collegamento tra l'ingresso della fiera, curato da Enzo Zacchiroli (1919-2010) e la nuova sede della Galleria d'Arte Moderna, progettata da Leone Pancaldi (1915-1995).
Su un'area di 7.550 mq sono disposte varie sale, tra le quali la Sala Europa, capace di 1.400 posti a sedere.
La sera dell'inaugurazione si svolge qui un grande concerto sinfonico-corale, offerto in collaborazione con l'Ente autonomo Teatro comunale.



fonte: Architetture del secondo Novecento - Mibact - Matteo Sintini, Margherita Merendino