incisione su carta
sec. XIX (1800 - 1899)
Dora d'Istria, pseudonimo della duchessa Helena Koltsova-Massalskaya, nata Elena Gjika è stata una scrittrice albanese di origini, romena di nascita, russa e italiana per acquisizione esponente del Romanticismo e del Femminismo, considerata la Mary Shelley dell'Europa orientale.
Nata a Bucarest, nel Regno di Romania, nel 1828, era figlia di un certo nobile Mihai Ghica, appartenente alla prestigiosissima famiglia Ghica, e vantava un legame di parentela con il principe romeno Grigore IV Ghica (1755-1834). Ricevette un'ottima educazione, studiando Letteratura prima a Dresda, in Germania, poi a Vienna, Venezia e Berlino, dove ricevette la laurea per le Lettere greche dall'illustrissimo Alexander von Humboldt. Tornata a Bucarest nel 1849, sposò il duca russo Alexander Koltsov-Massalski e con lui si trasferì a San Pietroburgo. Tuttavia, ella non apprezzava il forte nazionalismo del marito e il suo attaccamento alla tradizione ortodossa, inoltre detestava la politica da tiranno dello Zar Nicola I, presso la cui corte entrambi risiedevano. Visse poi in Svizzera, in Grecia, in Turchia e nell'amatissima Italia, dove a lungo visse abitando in una sontuosa villa di Firenze (all'epoca Granducato di Toscana). In Toscana ebbe l'opportunità di entrare a far parte della prestigiosissima Accademia Nazionale dei Lincei. Nello stesso tempo alternò la vita nel Bel Paese a viaggi in Francia, Irlanda e Stati Uniti d'America. Un curioso Un curioso aneddoto: il 1 giugno 1860 divenne la prima donna a salire fin sulla cima del Monte Bianco. Come scrittrice, fu conosciuta dal 1855: il saper parlare diverse lingue (oltre al Romeno conosceva l'Italiano, il Tedesco, il Francese, il Latino, il Greco antico e moderno, il Russo e l'Albanese) le ha garantito un'invidiabile fama internazionale. Aveva a cuore diversi argomenti, tra i quali la Politica, le Scienze naturali, la Religione (particolarmente gli aspetti più filosofici e estetici). Riteneva che la cultura europea occidentale fosse nettamente superiore a quella orientale e che essa dovesse supportarla e influenzarla maggiormente (cine del resto quasi tutti gli altri autori romantici): il fine principale era l'emancipazione culturale, in secundis lo svecchiamento della Poesia e l'apertura verso la Prosa. Alcuni studiosi hanno notato una scissione del suo gusto, che oscillava tra i Classicismo (aveva infatti letto e apprezzato sia i grandi poeti greci e latini come Pindaro, Lucrezio e Ovidio, sia i contemporanei tra i quali l'italiano Vincenzo Monti) e Romanticismo (particolarmente i tedeschi come Goethe e Novalis, ma anche Victor Hugo e Byron). Morì a Firenze nel 1888.
Una scritta a matita, indica che la donna rappresentata nell'incisione in esame è stata autrice di varie opere letterarie, ma ad oggi, non è stata reperita alcuna notizia documentaria. Non si conosce l'autore ne l'anno di esecuzione.