dinamometro

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: a molla elicoidale
Categoria: meccanica

cm 27 (a) 4 (la)
sec. XIX
n. 80
Bilancia a molla elicoidale tascabile in ferro funzionante per estensione della molla. All'estremità superiore anello in ferro per la sospensione dello strumento, a quella inferiore gancio ad uncino in ferro per appendere la merce. Nella parte anteriore della scatola che nasconde la molla è ricavata una fessura rettangolare entro la quale scorre una lamina in ferro, collegata in solido col dispositivo a molla, che termina con un'appendice che funge da indice. La parte anteriore è di lamierino di rame di forma rettangolare con modanature semicircolari nei lati corti; la parte posteriore è di lamierino di ferro di forma semicilindrica. La scala graduata, posta a fianco della fessura entro cui scorre l'indice, è tarata da 0 a 25 kg con divisione di 500 g.

Le bilance a molla sono apparse con certezza attorno al 1760, anche se è plausibile che nel secolo precedente esistessero strumenti per pesare funzionanti in base a questo meccanismo. Il grande vantaggio di questo tipo di bilance è dato dalla facile trasportabilità, mentre non offrono purtroppo grande accuratezza: la molla, infatti, estendendosi o comprimendosi ripetutamente si indebolisce, compromettendo la precisione della bilancia. Il modello più comune è quello realizzato con una molla a spirale introdotto da Richard Salter, il più noto costruttore inglese di bilance tascabili a molla. Nello stesso periodo Salter introdusse altri tipi di bilance a molla tra cui una bilancia a forma di "V". Un altro modello molto popolare nel secolo scorso fu la bilancia a "C" detta "Mancur" in Inghilterra, dove venne introdotta. All'inizio del XX secolo molti inventori e costruttori misero a punto e produssero svariati modelli di bilance a molla impiegati per pesare lettere, pacchi postali, monete e merci di vario tipo.

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