dinamometro

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: a molla elicoidale
Categoria: meccanica

cm 49 (a) 2.5 (d)
sec. XX
1900 - 1949
n. 165
Bilancia con molla elicoidale in acciaio funzionante per compressione. La molla è contenuta entro un cilindro in ottone chiuso da due cappucci zigrinati che vengono avvitati alle sue estremità. La molla è fissata su un'asta circolare in acciaio, alla cui estremità inferiore è fissato un gancio ad uncino in ferro per appendervi la merce, che scorre verso il basso durante le operazioni di pesata. Su questa asta è segnata una tacca che funge da indice corrispondente al valore 0 quando lo strumento è a riposo. Il cappuccio all'estremità inferiore del cilindro ha annessa anche una scala graduata in ottone con doppia taratura: da una parte è da 0 a 2 con divisione di 0,1, dall'altra da 0 a 8 kg con divisione di 1 kg ed è visibile una prima scala da 1 a 8 sulla quale sono stati punzonati i nuovi valori da 0 a 7 kg.

Le bilance a molla sono apparse con certezza attorno al 1760, anche se è plausibile che nel secolo precedente esistessero strumenti per pesare funzionanti in base a questo meccanismo. Il grande vantaggio di questo tipo di bilance è dato dalla facile trasportabilità, mentre non offrono purtroppo grande accuratezza: la molla, infatti, estendendosi o comprimendosi ripetutamente si indebolisce, compromettendo la precisione della bilancia. Il modello più comune è quello realizzato con una molla a spirale introdotto da Richard Salter, il più noto costruttore inglese di bilance tascabili a molla. Nello stesso periodo Salter introdusse altri tipi di bilance a molla tra cui una bilancia a forma di "V". Un altro modello molto popolare nel secolo scorso fu la bilancia a "C" detta "Mancur" in Inghilterra, dove venne introdotta. All'inizio del XX secolo molti inventori e costruttori misero a punto e produssero svariati modelli di bilance a molla impiegati per pesare lettere, pacchi postali, monete e merci di vario tipo.

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