misura lineare

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: metro
Categoria: meccanica

cm 5 (a) 100 (l)
sec. XIX
1812 - 1837
n. 647
Misura lineare metrica in asta realizzata in un solo pezzo in legno di noce a sezione rettangolare alle cui estremità sono fissate due staffe in ottone con terminazione in ferro per proteggerne le facce longitudinali. L'asta è lunga 1 metro e reca una doppia divisione: divisioni ogni 1 cm con numerazione dei decametri da una parte, divisione in 36 parti numerate dall'altra. Chiodini in ottone indicano la terza parte della misura e di questa il mezzo e il quarto.

Questo metro diviso in 36 parti (3 piedi) è una misura costruita in seguito al decreto imperiale del 12 febbraio 1812. Infatti anche in Francia si dovettero affrontare grandi difficoltà seguite all'introduzione del sistema metrico decimale: un decreto consolare emesso il 13 brumaio anno IX (4 novembre 1800), pur ribadendo l'uso delle misure metriche, consentiva che ad esse venisse attribuito il nome delle antiche misure francesi; nel febbraio del 1812 un decreto imperiale autorizzò, a lato del sistema legale, l'uso di misure cosiddette "usuali" che mantenevano le antiche denominazioni e seguivano il sistema popolare di calcolo alla cui base non c'era la scala decimale. Nacque così una tesa di 2 metri, una libbra da 500 grammi e un boisseau da 1/8 di ettolitro. L'effetto del decreto fu nefasto perché aggravava ulteriormente la situazione creando unità di valori differenti che si riconoscevano sotto lo stesso nome. Fortunatamente la legge del 3 luglio 1837 emanata da Luigi Filippo I abrogò il decreto del 1812 ponendo fine a questa situazione anomala vietando, a partire dal 1840, ogni uso di misure che non fossero quelle del sistema metrico decimale.
Il metro in oggetto è dunque databile ad un periodo compreso fra l'emanazione del decreto del 1812 e il 1837 se di provenienza francese, fra il 1812 e il 1814 se italiano nelle zone controllate dall'Impero Francese (Parma, Piemonte e Liguria). Il punzone presente sulla misura è identico ai bolli personali dei verificatori metrici, con corona reale entro cartiglio circolare, ma è privo del numero del verificatore. Questa analogia porterebbe a ritenere la misura di provenienza piemontese.

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