bilancia semi automatica per controlli fabbrica

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: con pendolo e camma
Categoria: meccanica
The Auto Scale & Slicing Machine Co. S.p.A.  1948/ notizie 1963  costruttore

cm 72 (a) 70 (la) 40 (p) diametro piatto per i pesi 23;, dimensioni piatto per la merce 34 x 40
sec. XX
1948 - 1953
n. 436
Bilancia semi automatica a camma, senza masse interne aggiuntive o sottrattive. Un nastro di acciaio collega il giogo, posto nella cassa della bilancia, ad un disco che si muove in solido a una camma in zama; al disco è fissato un doppio indice. Gli indici a lancetta dipinti di nero con punta rossa scorrono su due quadranti a settore circolare aventi forma di ventaglio graduato. Ogni quadrante ha lo 0 al centro e da una parte le divisioni in positivo segnate in nero da 0 a 100 g con divisione 1 g; dall'altra parte le divisioni negative segnate in colore rosso; in entrambi i casi sono numerate le divisioni ogni 10 g. I quadranti, in lamierino di ferro smaltato bianco, visibili ognuno da un lato della bilancia, sono riparati da un vetro. Il meccanismo dell'indice e i quadranti sono contenuti in due mezze conchiglie in fusione di alluminio verniciato di nero e avvitate alla base, pure in fusione di alluminio verniciato di nero che poggia su quattro piedini a vite calante in alluminio. Il piatto per la merce in ottone cromato è di forma rettangolare a canale con fondello e poggia su una crociera in ottone cromato; il piatto per i pesi in ghisa cromata è di forma circolare con bordo leggermente rialzato ed è inseparabile dal sottoposto montante. I piatti hanno un sistema a smorzamento delle oscillazioni ad aria. Una bolla di livello di forma sferica è vincolata con bolli a piombo alla conchiglia. Una piccola vite posta sul fronte dello strumento serve a bloccare il giogo durante gli spostamenti.

La bilancia automatica, nella teoria, era stata ideata da Leonardo che però non costruì strumenti simili. Le uniche bilance automatiche in uso fino alla fine del XIX secolo furono le bilance a pendolo e quelle a molla, che davano una lettura automatica del peso. La bilancia automatica Dujour, costruita dalla ditta francese Trayvou nel 1879, venne ammessa in Italia nel 1892 ma rimase pressochè sconosciuta: maggior fortuna ebbe invece la bilancia Chronos a carico costante ammessa nel 1897. Nel 1911 venne ammessa al commercio una bilancia ottenuta dalla combinazione fra una bilancia composta a sospensione inferiore e due dinamometri disposti verticalmente. Solo nel 1915 viene introdotta la bilancia Toledo a masse pendolari che eliminano l'uso delle molle. La prima bilancia Berkel ad essere ammessa alla verificazione in Italia ha il giogo pendolare compensato e risale al 1923. Le bilance automatiche hanno dapprima due piatti con pesi per aumento di portata poi un unico piatto e masse addizionali interne; il quadrante da forma di settore circolare (ventaglio) diventa circolare; da 1 giro di lancetta si passa a più giri di lancetta. Il presente esamplare è successivo al 16 agosto 1948, data di un Decreto Ministeriale (n. 426045) col quale si stabilisce che sui quadranti di nuova costruzione il nominativo Soc. An. Brevetti Van Berkel venga sostituito da quello del nuovo fabbricante metrico The auto scale & slicing machine Co. S.p.A. Il modello AD della Berkel viene ammesso alla verificazione in Italia nel 1926.

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