Museo Cervi
Via Fratelli Cervi, 9
Gattatico
[al tlér]
legno
cm 180 (a) 165 (la) 229 (l)
sec. XX prima metà
n. 298
due panconi paralleli con quattro gambe l'uno, sono collegati anteriormente e posteriormente da una traversa per parte;due sostegni verticali anteriori sostengono il subbio dell'ordito,il quale presenta una scanalatura in cui è inserita una bacchetta. Parti componenti: gambe(pè), panconi (stázi), traversa (travérsa), subbio d'ordito (subi per l'ordí), bachetta (bachèta), pioli (cavùci dal subi), dispositivo di blocco del subbio d'ordito (ferum dal subi), asse sulla quale siede la tessitrice (banca), subbio del tessuto (subi da tela), pali verticali laterali (omèt), cassa battente (cas da bater la tela), pettine (pèten), carrucole (sirèli), licci (lis), liccioli (lisadori), calcole (cherchi).

serviva per produrre il tessuto mediante l'intreccio del filo di ordito, di cotone, con il filo di trama, ottenuto dalla lavorazione della canapa. La tessitura aveva generalmente luogo nel mese di aprile
prima di iniziare a tessere occorreva assicurarsi che il telaio fosse a livella, perciò si riempivano d'acqua le scanalature presenti nei subbi e si regolava il telaio. Per fissare l'ordito sul subbio si infilava una bacchetta nel piede d'ordito e la si incastrava nella scanalatura longitudinale del subbio d'ordito; poi lentamente una donna girava il subbio e intanto l'ordito veniva fatto passare attraverso il rastrello, sostenuto da una seconda donna che stava nel centro del telaio, in modo da distribuirlo regolarmente in piccoli fasci; la catena dell'ordito, sostenuta da una terza donna, si svolgeva completamente e veniva avvolta intorno al subbio d'ordito. In seguito si infilavano le due verghe che separavano le due serie di fili e si prendeva ciascun filo e lo si faceva passare attraverso i licci; poi, mediante un ago, si faceva passare un filo per ogni dente del pettine della cassa battente e infine si arrotolava il tessuto sul subbio del tessuto. Muovendo le calcole mediante le carrucole si alzavano e abbassavano i licci e si creava lo spazio attraverso il quale la tessitrice lanciava la navetta con la spoletta col filo di canapa, poi batteva il filo sul tessuto già fatto con la cassa battente, quindi alternava i licci attraverso le calcole per una nuova trama, ma prima di lanciare nuovamente la navetta si batteva ancora con la cassa battente. Dopo che la tessitrice aveva fatto alcuni metri di tela, con il ventre toccava il rullo e non riusciva più a tenere bene la cassa battente, così si srotolava la tela che veniva avvolta su un altro rullo che si trova nell'intelaiatura sotto il subbio del tessuto, poi si reintroduceva la bacchetta nel subbio del tessuto e si faceva fare un mezzo giro al subbio in modo da tendere nuovamente la tela