altorilievo
acciaio

sec. XX

La scelta di sculture in metallo è fortemente legata agli scarti della società consumistica odierna, al ciclo produttivo siderurgico e meccanico. Tali ambiti di ricerca generano inevitabilmente un forte legame delle sculture di Scarabelli col filone del ready-made.
L'obiettivo dell'artista è quello di fornire al materiale escluso dal ciclo produttivo, un'identità e quindi un'immagine propria e originale. Da qui consegue una strettissima relazione tra opera e autore, come evidenzia Crispolti (1976): “[...] per Scarabelli il fare sculture, il costruire immagini ed emblemi di proprio riscontro onirico, è un conquistare una propria identità umana prima che culturale, ma culturale anche, cioè di pienezza critica di tale umanità”. Ecco dunque che l'opera su cui Scarabelli proietta non solo le proprie capacità manuali ma anche i sogni, gli incubi e i ricordi tutti collegati alla cultura materiale della sua terra (l'Appennino modenese), può essere considerata non tanto un punto d'arrivo quanto più uno strumento di conquista. Conquista di una propria identità umana in primis e culturale poi.
Questa duplice conquista è fortemente connessa (non a caso) ai mezzi usati per fare scultura (particolarmente moderni) con cui Scarabelli riesce ad esprimere la storia della cultura agricola, materiale, “povera” ma per dirla con Crispolti infinitamente sapiente.