Pinacoteca Civica "Graziano Campanini"
Via Rizzoli, 2
Pieve di Cento (BO)
ambito spagnolo
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 115 (la) 185 (a)
sec. XIX (1800 - 1849)
Pala d'altare raffigurante L'Educazione della Vergine, iconografia mariana legata alle fonti apocrife che tramandano la storia della primissima infanzia di Maria trascorsa a Gerusalemme nella casa dei genitori Anna e Gioacchino. Il Vangelo dello Pseudo Matteo, ricco di aneddoti fiabeschi, narra che la piccola era ammirata da tutto il popolo d'Israele: a soli tre anni camminava con passo maturo e parlava in modo perfetto. La sua giornata si divideva tra intense preghiere e lavoro tessile, nel quale primeggiava tra le compagne. Oltre all'arte del ricamo, come simboleggia il cestino da cucito divenuto in seguito attributo tradizionale della Vergine anche nelle scene dell'Annunciazione, Anna le aveva insegnato a leggere.
Nel nostro dipinto Maria è raffigurata in ginocchio su un cuscino rosso, intenta a leggere un libro aperto sulle ginocchia di Sant'Anna, seduta su uno scranno. In cielo un gruppo di angiolette fa piovere su di loro rose e fiorellini bianchi.

Quasi del tutto assente nell'arte medievale, questo soggetto è stato affrontato a partire dal Rinascimento (anche in relazione alla diffusione del culto verso Sant'Anna), divenendo in seguito assai frequentato soprattutto tra i pittori di cultura barocca. La papa Masi è stata sinora assegnata ad anonimo francese degli inizi del Settecento. Assodato che non si tratti di un dipinto realizzato da un pittore italiano, l'atmosfera complessiva dell'opera induce a ricercarne l'autore in terra spagnola, dove tra l'altro si ritrova sovente questo soggetto. Pur risultando evidentemente esemplata su modelli secenteschi, la nostra tela, caratterizzata da una fattura finita e da un'atmosfera nitida ed algida, è collocabile cronologicamente nella prima metà dell'Ottocento. A livello formale il riferimento più immediato sembra essere la pittura di Bartolomè Esteban Murrillo: un accostamento su può istituire ad esempio con l'Educazione della Vergine del Museo del Prado (1655 ca.) da cui vengono mutuati soprattutto il profondo verismo dei personaggi e l'idea di assimilare l'episodio sacro ad un momento di vita quotidiana. Come suggerito da Angelo Mazza è tuttavia possibile ritrovare un riferimento iconografico puntuale in un dipinto eseguito da Juan de Roelas tra il 1610 e il 1616 (Valdivieso 2003, p. 151). Da questa pregevole opera custodita al Museo di Belle Arti di Siviglia, vengono recuperati in maniera a dir poco letterale l'impianto compositivo-prospettico, gli elementi figurativi riproposti sorprendentemente nelle medesime posizioni - in basso il comodino con i gioielli ed il cestino da cucito, in alto il pesante tendaggio e la gloria di angeli - ed il gruppo centrale con Sant'Anna e Maria, quasi sovrapponibile sia per le posture e gli atteggiamenti sia per la posizione delle mani. Sulla scia di Juan de Roelas, anche il nostro pittore, probabilmente sivigliano, si compiace nel descrivere i gioielli ed il vasetto di profumo sul tavolino e gli orecchini e la collana indossati da Maria, elementi che intervengono ad attualizzare la scena connotandola secondo un gusto aristocratico.