Centro Culturale "Carlo Venturini"
Viale Zaganelli, 2
Massa Lombarda (RA)
Torchi Angelo
1856/ 1915
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 115 (la) 85 (a)
sec. XIX (1887 - 1888)
n. 08316
La tela, descrive una giovane donna e una bambina in primo piano con abiti dimessi, che raccolgono delle erbe in un campo.

Tabanelli riporta che Torchi per realizzare l’opera, avrebbe preso spunto dal proprio orto a Massa Lombarda. La tela deve essere stata eseguita prima del 1888, se fu inviata all’Esposizione Nazionale di Belle Arti di Bologna, tenutasi in quell’anno: ne dà testimonianza un cartellino incollato nel retro del quadro. Tabanelli aggiunge che Torchi, consigliato dallo scrittore e critico d’arte toscano Diego Martelli, inviò l’anno successivo, nel 1889, tre dipinti all’Esposizione Universale di Parigi: Sull’Arno, Al Gabbro e il nostro Ortolane. In quell’occasione l’artista soggiornò a Parigi per farvi ritorno l’anno seguente, studiando da vicino la lezione degli Impressionisti e dei Divisionisti.
Inserita da Tabanelli tra le opere del secondo periodo fiorentino e “neo-impressionista’, a nostro avviso questa tela conferma il costante interesse dell’autore verso una rappresentazione di profonda partecipazione alle cadenze naturali del tempo agricolo.
Tabanelli afferma che il dipinto è pervenuto alle Collezioni Comunali come dono dello stesso artista, in data imprecisata (ma certamente prima della sua morte avvenuta nel 1915). Nel 1923 è registrato per la prima volta tra i beni del Comune come ubicato nella sala grande della Giunta. Dal 1948 è oggetto di numerosi spostamenti all’interno delle sedi municipali. Nel 1958 è schedato da Antonio Corbara che lo definisce “piacevole cosa di ispirazione leghiana, dipinta con limpido colore”. Nel 1992, dalla sala del Segretario del Sindaco, dopo essere stato restaurato, viene trasferito nel Museo Venturini dove rimane fino a 2007, anno del passaggio presso il Centro Culturale.
Un piccolo nucleo di opere all’interno del museo, ricorda la figura del pittore massese Angelo Torchi (Massa Lombarda, 1856-1815). Nella compilazione delle schede ci si è avvalsi delle ricerche di Alberto Tabanelli che nel 1990 ha redatto (con Piero Dini che ha approfondito aspetti del particolare periodo storico di Torchi), il primo catalogo delle opere di Torchi e al quale si rimanda per l’analisi della figura del pittore massese.
Di Angelo Torchi, il museo possiede ad oggi, sei opere:
quattro dipinti ad olio Autoritratto (nctn 00000106), Ortolane (analizzato nella presente scheda), Ritratto di donna (nctn 00000111) Ritratto di vecchio (nctn 00000109), e due disegni su carta: Veduta della via del mercato a Firenze (nctn 00000108) e Massa antica che scompare (nctn 00000110). Troppo poche per poter ricordare ed illustrare in maniera adeguata a Massa Lombarda il percorso artistico di un’importante figura del panorama artistico italiano di fine Ottocento. Infatti le opere si scalano dal 1880 circa alla sua morte ma con un lasso di tempo — dalla fine degli anni Ottanta alla fine degli anni Novanta — purtroppo assente di testimonianze.
Angelo Torchi aveva saputo conquistarsi uno spazio personale all’interno della società artistica fiorentina e nella corrente macchiaiola e già a metà degli anni Ottanta dell’Ottocento era un pittore noto e stimato. Dalla critica oggi è ricordato per il suo linguaggio con inflessioni toscane ma anche per lo spirito evocatore della natura nei suoi studi dal vero della campagna toscana e rornagnola (Dini Tabanelli, 1990, pp. 13-14).
La prima opera acquisita della collezione comunale è Ortolane donata alla municipalità dallo stesso autore in data imprecisata ma certamente prima della morte avvenuta a Firenze nel 1915. La tela doveva essere particolarmente cara all’artista perché fu una delle tre opere di Torchi che partecipò all’Esposizione Universale di Parigi del 1889.
Prima di morire Torchi donò anche Ritratto di vecchio esposto alla Biennale di Venezia nel 1914, ultima apparizione dell’artista vivente. Il Ritratto non fu donato al Comune, ma al Museo Venturini: con questo gesto Torchi confermava i propositi del concittadino Venturini, riconoscendo al “Bazar”, peculiarità — oltre che di raccolta scientifica — di Pinacoteca. Nel 1943 entra invece il disegno con Massa antica che scompare, dono di Filippo Rangoni subito dopo essere stato esposto alla mostra postuma di Angelo Torchi organizzata dal circolo artistico a Bologna. (continua in oss)