Pinacoteca Comunale di Faenza
Via S. Maria dell'Angelo, 9
Faenza (RA)
Balla Giacomo
1871/ 1958
dipinto

compensato/ pittura a olio
cm 19 (la) 27,3 (a)
sec. XX
n. Deposito Bendandi 1
In questo bozzetto, in uno squarcio quasi da aurora boreale, sono visibili, come scrive lo stesso pittore nella dedica sul retro, la Luna e i pianeti Saturno e Giove. Quel che più colpisce è comunque la capacità pittorica del maestro futurista di rendere con pochi tratti di pennello la dimensione della luce e della profondità dello spazio celeste.


Sul retro è presente la dedica “Impressione pittorica dei pianeti Saturno e Giove attorno alla luna – 11 dicembre 1940 – al grande scienzato [sic] Bendandi, con ammirazione il pittore Balla – Roma 39 via Oslava” con firma Balla in basso a destra.
L’opera è pervenuta a Raffaele Bendandi come scambio della pubblicazione del sismologo faentino “Un principio fondamentale dell’Universo. 1. Il sole, sua attività, genesi del ciclo undecennale” edita nel 1931 dalla Società Tipografica Editoriale di Bagnacavallo. Una cartolina ritrovata da Paola Lagorio, curatrice della Casa Museo Raffaele Bendandi, testimonia infatti la proposta di scambio fatta dal pittore. «Da molto tempo seguo con grande ammirazione le sue ricerche», scrisse nel 1940 Balla a Bendandi dicendo di aver saputo della sua pubblicazione e proponendo di mandare in cambio di una copia del libro, un «bozzetto in pittura, così avrò il raro godimento di essere vicino alle sue onde spiritualuniversali».
Il bozzetto riprende un tema non nuovo nella vicenda artistica di Giacomo Balla. Già nel 1914, in pieno fermento futurista, Balla appassionato di astronomia e possessore di un telescopio non si lasciò fuggire un raro avvenimento, ovvero il passaggio di Mercurio davanti al sole. Quel fenomeno, realmente accaduto il 7 novembre 1914 è stato fissato in un importante opera, “Mercurio passa davanti al Sole”, di cui esistono più versioni, a partire dalla tempera di cm 120 x 100 della collezione Gianni Mattioli depositata presso il Peggy Guggenheim di Venezia fino a quelle conservate a Parigi, Vienna e in collezioni private.
Intorno al 1920 la poetica futurista dell’artista è volta soprattutto all’indagine dei movimenti cosmici e delle forze che li generano. In consonanza con le filosofie teosofiche e spiritualiste che ebbero enorme diffusione tra la fine del secolo scorso e i primi decenni del Novecento egli rappresenta dunque le passioni e le forze spirituali che con la loro energia contribuiscono a muovere gli elementi naturali. L’interesse per le leggi universali si manifesta anche dopo il 1933 quando, con l’abbandono definitivo del futurismo, la pittura di Balla si rivolge al realismo fotografico che presta grande attenzione ai mezzi di comunicazione di massa.
Come dimostrano la lettera e il bozzetto inviati al faentino Bendandi, l’interesse per le leggi universali e per lo spazio cosmico resta costante per tutta la vita di Giacomo Balla.