Museo della Città
Via L. Tonini, 1 (Domus del Chirurgo - piazza Ferrari)
Rimini
cartoncino/ litografia a colori
cm.  61,5 (a) 48 (la)
sec. XX (1985 - 1985)
n. 9 PST
La stampa fa parte di un gruppo di 51 litografie, di diverse dimensioni e riproducenti noti soggetti di campagne pubblicitarie, donate dall'autore all'Assessorato alla Cultura di Rimini nel 2000. La donazione Gruau, piuttosto consistente, comprende inoltre 1 bozzetto, 26 cartoline, 5 dipinti, 3 disegni, 88 manifesti, 1 pannello pubblicitario, 54 affiches, 3 oggetti in tessuto.
La stampa è esposta dal 15/12/2000 nello spazio permanente Gruau, presso il Museo della Città. E' stata pubblicata nel calendario Bemberg del 2001, come immagine per i mesi di novembre e dicembre. Il Museo possiede un'altra litografia della stessa serie (8 PST), esposta presso l'Assessorato alle Pari Opportunità in Palazzo Ghetti. Un altro esemplare litografico è stato esposto nel 1992 alla mostra "René Gruau. Interprete del moderno", tenutasi a Roma nel 1992.
René Gruau, al secolo Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, nacque a Rimini nel 1909 in una villa sul colle di Covignano. Visse in città soltanto nel periodo della sua giovinezza e durante le stagioni estive. In tale periodo apprese i primi rudimenti pittorici dall'artista riminese Gino Ravaioli, che rimase colpito dai suoi disegni; di innato talento, egli non frequentò mai scuole artistiche, ma fin da piccolo disegnò moltissimo, traendo spunto, in particolare, dalle riviste di moda della madre. Di nascita parigina, la madre Marie Gruau, con la sua passione per la vita mondana e l'eleganza, influì notevolmente sulle scelte artistiche del figlio: separatasi ben presto dal marito, si trasferì con lui a Milano e nella capitale francese. La carriera artistica di Gruau si sviluppò a partire dagli anni '30 nel campo della moda; in particolare egli si dedicò all'ideazione di copertine di importanti riviste del settore e di manifesti pubblicitari per le grandi case parigine, fra cui, a partire dal secondo dopoguerra, la maison Dior. Con questa diede vita ad un lungo sodalizio artistico, che si ripetè per qualche altra importante ditta, fra cui l'industria tessile italiana Bemberg. Dal secondo dopoguerra divenne uno dei più ricercati ideatori di immagini pubblicitarie, grazie alle sue figure raffinate e sorridenti - di sovente create da una linea estremamente evocativa che ne traccia la sola silhouette - ed ai tre colori dal lui prediletti, ovvero i fondamentali bianco, nero e rosso.