Artisti, artigiani, architetti, produttori

Milano (MI) , 1825 - Milano (MI) , 1890
pittore

Minore di dieci anni del fratello Domenico (pure lui pittore), Gerolamo Induno frequenta, come quasi tutti i grandi lombardi, l'Accademia di Brera, sotto la guida di Luigi Sabatelli e Hayez. Indubbiamente Gerolamo è attratto dalla pittura del fratello, dal quale non si può disgiungere. Combatté nel '48, riparando in Svizzera (Astano Canton Ticino) dopo l'armistizio, col fratello che colà ha preso moglie (Domenico sposa la sorella di Angelo Trezzini, pittore), e per la difesa della Repubblica Romana nel '49. Alla Villa del Vascello, con gli uomini di Medici, la riconquista a forza per esserne poi immediatamente ricacciato. Riporta nello scontro venticinque baionettate e per sfuggire alla cattura si getta dalla terrazza. Raccolto e curato all'ospedale dei Frati vi resta nascosto oltre la fine della campagna. Gerolamo si distingue anche nella guerra di Crimea (1855), meritandosi una medaglia all'onore. Dalle spedizioni piemontesi in Crimea nacquero ritratti di ufficiali e la celebre Battaglia della Cernaia. Seguì anche Garibaldi nella campagna del 1859 e nella spedizione dei Mille come pittore ufficiale. Numerosi infatti i ritratti di Garibaldi, che lo aveva definito uno dei più "intrepidi e valorosi combattenti di Roma". Gerolamo fu esecutore raffinato e preciso nell'interpretare in modo un po' nostalgico un periodo tanto vivo, anche se non privo di retorica, quale fu il Risorgimento. Collaborò pure con Eleuterio Pagliano, con soggetti di città italiane, e alla decorazione della stazione di Milano. A Milano i fratelli Domenico e Gerolamo Induno inaugurano quella stagione che vede affermarsi il dipinto con soggetto "di genere". Si tratta di opere che hanno per tema frammenti della vita quotidiana, colti nel loro dettaglio più accattivante o sentimentale, e che spesso hanno per protagonisti uomini, donne e fanciulli comuni, quando non di ricercate condizioni umili, in maniera d'esaltare maggiormente l'effetto sentimentale. Anche trattando il soggetto storico d'attualità non rinunciò alla rappresentazione del riflesso "privato" dei medesimi eventi storici, andando alla ricerca di quei frangenti intimi e confidenziali di chi partecipava alle vicende del Risorgimento italiano. Sue opere pregevoli che lo innalzano al livello del fratello e dei contemporanei: "La partita a scacchi" e "La lettera".

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