Artisti, artigiani, architetti, produttori

San Frediano a Settimo (PI) , 1854 - Firenze (FI) , 1947
pittore

Nato a San Frediano a Settimo nel 1854, Luigi Gioli, dopo una prima fase trascorsa sulle colline pisane, nella villa di Fauglia, a stretto contatto con i protagonisti della rivoluzione macchiaiola, decide di recarsi a Parigi, al fianco del fratello. L'artista avverte il fascino della pittura in auge a quell'epoca nella capitale francese, riuscendo comunque ad elaborare un linguaggio assolutamente personale, oltre che ricco di fascino. Formatosi come autodidatta, anche se sorretto dagli illuminati suggerimenti del fratello, già nell'opera Arena di Pisa, datata 1878, manifesta tracce evidenti di quella maturità artistica raggiunta in seguito al soggiorno parigino. Tale dipinto viene consacrato dalla critica d'arte novecentesca come una delle più significative testimonianze dell'abilità di Luigi anche al cospetto dei capisaldi dell'arte francese. L'indirizzo artistico di Luigi viene confermato dalla sua produzione degli anni Ottanta, ispirata alle tematiche mondane, esemplificate da un suo dipinto esposto alla Promotrice di Firenze del 1885, "Via del passeggio a Livorno", lodato all'unanimità dalla critica. L'importanza di Gioli resta comunque legata alle sue innumerevoli scene maremmane, nelle quali egli si afferma in qualità di "pittore di cavalli" ancor più dello stesso Fattori. Senza contare la permanenza sulle colline pisane, che gli consente di esercitarsi in un prolungato studio dal vero, di cui resta traccia nelle innumerevoli vedute di Fauglia che rappresentano una delle testimonianze fondamentali della cultura figurativa toscana tra Ottocento e Novecento. L'aspetto più significativo di Luigi Gioli resta comunque quello della specializzazione nella tematica equestre, laddove sono documentate innumerevoli opere dell'artista dedicate ad eventi campestri e paesaggi urbani, comunque dominati dalla presenza di cavalli. Si trascorre così dalle distese maremmane in cui figure caratteristiche di contadini procedono in una sorta di processione mistica al fianco dei loro cavalli, alle vedute cittadini nelle quali corrono allegramente carrozze frequentate da mondanissime dame. Su tutte dominano le scene dedicate agli ippodromi di Pisa e di Firenze, basti pensare alla mirabile "Passeggiata alle Cascine" (1885), ma anche e soprattutto a "Corse all'ippodromo" (1890), dove l'eleganza degasiana si fonde con il verismo mutuato alla scuola fattoriana. Muore a Firenze nel 1947.

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