Musei Civici - Palazzo dei Musei
Via Spallanzani, 1
Reggio Emilia
Isole Nicobare, Camorta (?)
legno taglio/ decorticatura/ intaglio/ foratura/ levigatura/ coloritura
filo di fibra vegetale taglio/ essiccazione/ cordatura/ legatura
cm 12 (a) 30 (la) 67 (l)
Modello di imbarcazione a bilanciere. E' costituito dallo scafo vero e proprio e dal bilanciere. Lo scafo è stato ottenuto scavando all'interno un pezzo di legno. Le pareti, gli altri elementi che completano la piroga e quelli aggiuntivi come le due piattaforme e i listelli posti sopra i bordi, sono stati "cuciti" insieme per mezzo di un filamento vegetale. Allo scafo, per mezzo di due bracci lignei ad esso trasversali, è collegato il bilanciere ottenuto lavorando un pezzo di legno a forma di fuso. Uno dei due bracci è staccato dallo scafo. Ad un braccio era stato legato un altro bastoncino, ora in parte mobile che poteva rappresentare l'albero a cui era attaccata la vela. Ad esso, ora, sono fissate le impugnature dei due remi all'altezza di ciascun braccio. Le relative pale erano invece fissate ai bracci del bilanciere. I remi erano composti da braccio/impugnatura e dalla pala. Uno dei due ha perso la pala. Le pareti dello scafo, ad un'estremità, sono attraversate da un bastoncino che fuoriesce da entrambe le parti. Da un lato una pala è infilata al bastoncino, dall'altro il bastoncino è spezzato e privo della pala. Alcuni elementi come i bordi della piroga, una piattaforma ed i remi, sono stati colorati con una sostanza bruna.

gioco (?)/ oggetto di commercio con l'Europa (?)/ modello illustrativo (?)
L'oggetto fa parte di un insieme di materiali provenienti dal Museo Nazionale di Antichità "Giovanni Mariotti" di Parma. La direzione del suddetto museo nel 1965, in fase di ristrutturazione dei locali, decise di dismettere la sezione etnografica e di donarla ad una scuola. L'allora direttore dei Civici Musei di Reggio Emilia, Giancarlo Ambrosetti, chiese ed ottenne la collezione che fu trasferita al Museo di Reggio Emilia il 16 ottobre 1968 e concessa in deposito, dietro richiesta dei Musei Civici di Reggio Emilia nel 1970. Questo nucleo di oggetti rappresenta la parte dei materiali parmensi che non trovarono collocazione nel nuovo ordinamento dei Museo Civici di Reggio Emilia e che sono tuttora custoditi nei depositi presso la galleria Parmeggiani.