Largo Porta S. Agostino, 337
Modena
legno
diametro base 20,3
sec. XIX
Con un cambiamento di gusto che ha il suo epicentro nella Cina del XIV secolo, i vassoi in lacca, come le ceramiche, raggiungono dimensioni troppo grandi per un uso reale; l'oggetto diventa pretesto, veicolo per ornamentazione; la protagonista è la lavorazione certosina: la lacca, una resina vegetale, viene stesa su un cuore di legno e garza, strato dopo strato, fino a raggiungere lo spessore desiderato per essere intagliata, in una tecnica chiamata diaoqi; gli strati possono essere di colore diverso, cosicché l'intaglio scopre una couche che contrasta cromaticamente con il resto; lo strato esterno viene lasciato tendenzialmente bruno, oppure preferibilmente rosso intenso, se la decorazione è figurata. Nelle dinastie successive, Ming e Qing, gli artigiani arrivarono a stendere anche duecento strati di lacca: ciascuno di essi richiedeva un giorno di stesura e asciugatura. Senza contare gli effetti devastanti sui polmoni dei laccatori, costretti a inalare polvere di orpimento, che praticamente è arsenico, e di rosso cinabro, che è solfato di mercurio. Ma della cattiva salute di questi artigiani non rimane traccia in nessuna storia dell'arte.