Museo Civico Archeologico Etnologico
Largo Porta S. Agostino, 337
Modena
Giappone
porcellana
cm 30 (d)
sec. XIX
n. 200
Piatto in porcellana raffigurante dieci scheletri che prendono d'assalto un buddha.

Oggetto acquisito tra il 1884 e il 1885.La scena è una confluenza molto affascinante di diversi generi dell'arte giapponese.Innanzitutto il buddha rappresentato è con tutta probabilità una statua, e non il Buddha vivente; in ogni caso le mani dell'Illuminato propongono l'abhayamudrā, il gesto del "non avere paura".La scena raffigurata si rifà all'alveo delle storie di fantasmi (anche il grande Hokusai si cimentò nel genere in alcune sue xilografie), miscelandole con il filone delle leggende grottesche e caricaturali in ambito buddhista, da cui il ceramografo ha importato la disinvoltura del tratto (cf. Shigisan engi emaki [Leggenda dell'origine del monte Shigi], tre rotoli, colore su carta, h 31 cm, metà del XII secolo, tardo periodo Heian, proprietà del tempio Chōgosonshiji di Nara).Il risultato? Una banda di scheletri infesta la Sala d'Oro di un convento buddhista, dove la statua del Buddha era esposta, anzi prendono proprio d'assedio Śakyamuni, con tanto di scale, mentre l'Illuminato intima allo spettatore (e forse anche ai monaci, accorsi per verificare il motivo di tanto schiamazzo nella Sala) di non farsi fuorviare dalle apparenze: gli orrendi scheletri, e quindi anche la Morte, sono realtà impermanenti.La scena risulta quindi come una sapida parodia di un episodio famoso della vita del buddha storico, Śakyamuni, quando venne interrotto durante la meditazione che l'avrebbe condotto alla bodhi, l'illuminazione definitiva, da parte del dio Mara - "Morte", appunto. Questi, preoccupato che il Buddha potesse condividere il proprio insegnamento con il resto dell'umanità, gli scagliò contro, a mo' di distrazione, le sue tre stupende figlie: costoro non ressero la taglientissima critica del Buddha - "Voi non siete che sacchi di carne repleti di ossa" e si disfecero prima in vecchie laide, poi in scheletri ed infine in polvere (come del resto tutti siamo destinati a finire) sotto gli occhi impotenti del padre.È simile in formato al pezzo 199, un piatto in porcellana che invece raffigura Idaten (dio della guerra), Kannon (buddha della misericordia) e un demone.