Museo del Tibet
Loc. Votigno di Canossa
Canossa
Italia, Votigno di Canossa (RE)
cm 93 (a) 93 (la)
1992
Mandala (in tibetano ak'yil ak'or, "chincor") del Buddha Kalachakra realizzato da artisti tibetani in situ.

I mandala sono proiezioni figurate che con un complesso dispiegamento di simboli riproducono lo schema delle forre e dei momenti traverso cui la luce incolore della coscienza cosmica, primordiale essenza di tutto ciò che si tramuta e diviene, si riflette, rifrange e moltiplica nella infinita varietà del creato. Così essa si realizza nella parvenza mutevole del mondo psichico e fisico insieme. Leggendo, istruito dal maestro, codesti mandala, conosciuto il senso di quei paradigmi lineari e di quelle immagini che vi sono disposte, l'iniziato può percorrere a ritroso la strada, rifluire con esperienza diretta dal molteplice all'uno, reintegrarsi nell'immoto principio delle cose. Il mandala pertanto è un psicocosmogramma in cui questo ritorno è figurato e contenuto per simboli: esso è circoscritto da un muro (lcags ri, "ciagri"). Non altrimenti l'universo fisico viene immaginato dalla dommatica buddhistica cinto da cerchi concentrici di monti detti pure lcags ri, che lo delimitano dal non essere. Come poi il suo centro ed il suo zenith è sempre quella coscienza, principio immoto che tutto condiziona e pur restando inoperosa agisce per virtù delle proprie emanazioni, così nel tempio questa primordiale essenza è rappresentata dalla deità centrale (gtso bo, "zobo") intorno alla quale le altre sono disposte, con collegamento necessario, secondo che le liturgie dichiarano. Codesti mandala sono tracciati con polvere colorata sul pavimento dei templi durante le cerimonie d'iniziazione perché il neofita veda dispiegato sotto i propri occhi il mistero delle cose e conosca la via di liberazione a lui più adatta; oppure sono dipinti su tela come duraturo insegnamento agli iniziandi, o anche sono architettonicamente costruiti come un padiglione nel quale simboli ed immagini plasticamente modellati sono posti ciascuno nel luogo che ad esso si conviene. Cosiffatti mandala architettonici sono detti lolan ("blo lans"). I monaci, con l'aiuto di righello, compasso e corda disegnano le direttrici del mandala in blu (colore del centro del mandala) e granata (colore dell'abito monastico) e procedono dal centro alla periferia raschiando in speciale grattugie coniche alcune barrette di pigmenti minerali. La polvere si concentra sul beccuccio della grattugia, discendendo precisa come crema dal cono di un pasticciere. I sei cerchi esterni rappresentano l'Universo e racchiudono il Palazzo del Buddha Kalachakra [Ruota del Tempo]. Tra 722 dèi, troneggia su un fiore di loto il Buddha. Il palazzo è a cinque piani, qui rappresentati da cinque quadrati imbricati uno nell'altro. Ogni piano è a sua volta un cosmo: del corpo, della parola, dello spirito, della coscienza primordiale ed infine della felicità suprema. Dopo tre giorni di lavoro, il completamento del mandala è la sua dispersione, il ritorno alla terra.Siamo di fronte a un caso eccezionale di un mandala conservato per la nostra ammirazione.