Museo Civico Archeologico Etnologico
Largo Porta S. Agostino, 337
Modena
[ahu]
Polinesia Francese, Isole della Società, Tahiti
libro d'albero estrazione/ separazione/ ammollo/ battitura
cm 93 (la) 297 (l)
1883 ante
n. 370
Striscia rettangolare di tessuto di corteccia di spessore estremamente sottile.

confezionamento capi d'abbigliamento
E' da considerarsi come materia prima per la realizzazione di capi di vestiario.
Il termine #tapa# proviene da Tahiti. Il capitano Cook fu il primo europeo che adottò il termine e lo diffuse nel resto del mondo rendendolo universale. In realtà ciascuna zona di produzione ha un nome proprio riferibile a questa stoffa vegetale. In Polinesia la produzione era affidata alle donne, mentre gli uomini si occupavano della cura delle piante da cui si ricavava la fibra vegetale. Dopo aver estratto la corteccia, la si lasciava in ammollo nell'acqua per farla ammorbidire. Successivamente si separavano gli strati vegetali e si conservava solo il libro. Le varie "lamine" ottenute venivano sovrapposte le une sulle altre e poggiate su un'incudine, costituita da un tronco d'albero, venivano battute ripetutamente con una mazza di legno. Questa, a sezione quadrata, presentava incisioni parallele longitudinali che via via su ciascun lato si fanno più numerose e fitte. A seguito della battitura, la fibra acquisiva un aspetto pastoso. Si potevano ottenere dei fogli molto sottili oppure si potevano sovrapporre più fogli e batterli insieme per ottenerne uno più spesso. I fogli venivano poi messi a seccare. La tapa poteva successivamente essere decorata con colori di origine naturale. Oltre che per confezionare abiti, la tapa veniva usata nel corso di cerimonie religiose (matrimoni, funerali), era simbolo di ricchezza e spesso usata come oggetto di doni o scambi. L'oggetto fu donato dall'astrologo modenese Pietro Tacchini. Tacchini (Modena 1838 - Spilamberto 1905), condusse gli studi universitari a Modena ove si laureò in ingegneria a soli 19 anni e si perfezionò poi studiando presso l'Osservatorio astronomico di Padova. Fu direttore sostituto dell'Osservatorio di Modena dal 1859 al 1863, anno in cui decise di spostarsi a Palermo ove fu direttore del locale Osservatorio. Nel 1879, alla morte di Padre Angelo Secchi fu nominato come suo successore nella direzione dell'Osservatorio al Collegio Romano. Tacchini fu uno scienziato particolarmente attivo, si occupò di astrofisica solare, di meteorologia e geodinamica, le sue osservazioni spettroscopiche insieme alle attività del Secchi (con cui fondò la Società degli Spettroscopisti Italiani) contribuirono fattivamente alla nascita dell'astrofisica italiana. Tra il 1870 e il 1900 partecipò a numerose spedizioni italiane per l'osservazione delle principali eclissi solari del periodo, spostandosi dall'India al largo dell'Oceano Indiano, soggiornò in Egitto, attraversò gli oceani Atlantico e Pacifico fermandosi nelle Isole Marchesi, a Tahiti e nelle Hawaii. Partecipò anche ad una spedizione nelle Piccole Antille, ad una in Russia e ad una in Algeria. Nel corso degli anni rimase comunque in contatto con la città natale, in particolar modo con il Museo Civico con cui collaborò attivamente incrementandone le collezioni, sia attraverso gli oggetti reperiti durante i viaggi che a seguito di scambi.Le raccolte etnografiche, composte da oggetti e da un fondo fotografico, sono testimonianza degli interessi eclettici dello scienziato, incuriosito anche dagli aspetti etnografici dei paesi visitati durante le molteplici spedizioni astronomiche che ne costituivano l'interesse scientifico principale.