Museo d'Arte Cinese ed Etnografico
Viale S. Martino, 8
Parma
Sierra Leone, cultura Mende
pietra scultura
cm 10,3 (a)
n. sl. 2198
Scultura che rappresenta una figura umana accovacciata, scolpita di profilo, con le gambe piegate verso l'alto e le mani strette attorno agli stinchi. La testa è sormontata da una acconciatura a tre creste. Il colore è grigio scuro nelle parti che risultano incavate e biancastro in tutte quelle zone sottoposte al consumo derivante da manipolazioni.

propiziatoria
Venivano poste nel terreno coltivato o sugli altari domestici. A loro si presentavano offerte e si pregavano di proteggere i campi e donare un raccolto abbondante.
Secondo le informazioni raccolte presso il museo, "nomoli" è un termine applicato a una varietà di sculture in pietra, che si ritrovano in alcune zone della Sierra Leone meridionale. Costituiscono uno degli enigmi più intriganti della storia dell'arte dell'Africa occidentale poichè ne rimane oscura l'età, l'origine e le relazioni con altre forme di arte della medesima area. I "nomoli" rappresentano per la maggior parte figure umane, teste, ma anche figure semi-umane, mostri semi-animali: scimmie, elefanti, leopardi ecc. Le figure umane sono raffigurate, normalmente, accovacciate o inginocchiate. Le caratteristiche facciali variano considerevolmente dal tipo "negroide" a quello "caucasico". La maggior parte di essi sono ricavati da steatite (pietra saponaria) di vario tipo e colore, dal verde scuro al giallo-marrone chiaro, al bianco. La pietra contiene un'alta percentuale di ferro e si trovava in grandi quantità nella zona abitata dai Sherbro. Alcuni di essi, rari, erano fatti di pietra granitica. La grandezza è varia, alcuni sono molto piccoli, altri arrivano fino a 30 cm per 6 Kg di peso. Vengono nominati, forse per la prima volta, in una lettera di Antonio Malfante indirizzata a Giovanni Marioni nel 1447. La più moderna descrizione che se ne ha è dovuta ad un missionario, George Thompson, che lavorava presso i Mende, e risale al 1850. Molte di queste statue sono state scavate in campi di riso o della coltivazione della palma. Venivano ritenute rappresentanti dei precedenti proprietari della terra (antenati), a loro si presentavano offerte e si pregavano di donare un raccolto abbondante. I Mende le chiamano "nomoli" (pl. nomolisia), ossia "spiriti trovati", mentre i Kissi le chiamano "pombo". Oggetto donato al museo negli anni 1975-90.