Museo d'Arte Cinese ed Etnografico
Viale S. Martino, 8
Parma

ritualità
Repubblica Democratica del Congo, cultura Pende
legno scultura/ incisione
cm 26 (a) 72,7 (la)
sec. XX seconda metà
n. Rdc.pd 1784
Maschera lignea sviluppata prevalentemente in larghezza con prolungamenti laterali e decorata con linee ondulate imbiancate e piccoli triangoli in rilievo. La bocca è ellittica e denticolata. L'oggetto risulta ricoperto da patina opaca di colore rossiccio.

rituale/ decorativa
Viene indossata da un danzatore che in abiti regali raccoglie le offerte al termine del rituale. Viene conservata in un luogo segreto se non utilizzata o posta sulle architravi delle abitazioni dei capi quando ha funzione decorativa.
Secondo le informazioni raccolte presso il museo questo tipo di maschera possiede un doppio ruolo: rituale e decorativo delle abitazioni dei capi, ma in quest'ultimo caso viene chiamata in modo diverso, kenene, per distinguerla da quella rituale. I prolungamenti laterali rappresentano le orecchie del bufalo, animale che viene posto in relazione con i capi, infatti viene indossata con abiti regali. I Pende, circa 500.000 individui, abitano un territorio situato a cavallo delle regioni del Kasai e di Bandundu e sono divisi in Pende Occidentali ed Orientali con riti e costumi diversi. La produzione di maschere presso i pende Orientali, che vivono nel Kasai sulle due sponde del fiume Loange, è molto abbondante e comprende tre forme principali: le maschere mbuya di cui esistono alcune dozzine di tipi diversi con differenti valori rituali, ma difficilmente identificabili, come il buffone, il carnefice, il guerriero, l'epilettico, il pazzo, la prostituta, ecc; fortemente legate ai riti di iniziazione mukanda, sono considerate la sede degli spiriti degli antenati e delle forze soprannaturali, escono e danzano anche in occasione di festeggiamenti popolari. Gli altri due tipi di maschere sono le mingangi realizzate esclusivamente in fibra vegetale e che avvolgono completamente il corpo del danzatore e le giphogo che sono maschere ad elmetto con naso prominente e occhi a mandorla. Tutte le maschere vengono realizzate lontano dalla vista di donne e bambini e quando non utilizzate sono conservate in un luogo nascosto. (cfr. Cornet, Art de l'Afrique noire, Bruxelles 1977). La maggior parte degli oggetti provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo sono stati acquistati da Padre Andrea Tam, per molti anni in missione nella zona del Kivu. Insieme alle collezioni provenienti da altri paesi qualificano in maniera eccellente il Museo Etnografico e testimoniano la presenza e il lavoro dei Missionari Saveriani.