[huqqa]

strumenti e accessori
Asia del sud
ottone fusione/ incisione
cm 14,1 (a) 16,4 (d)
sec. XIX
n. 3185
L'oggetto, di forma campaniforme, per somiglianza tipologica e per l'apparato figurativo può essere assimilato alle basi per huqqa(narghilé) tipiche in India. La base è chiusa, mentre il supporto per applicare l'huqqa è aperto. Presenta decorazioni fitomorfe alla base, nella parte alta della campana e sul supporto superiore, intervallate da altre strisce decorate.

appoggiare la huqqa
Base su cui era inserita la huqqa(narghile).
Lo schema utilizzato, ben visibile nella parte centrale della campana, prevede una striscia con decorazioni di carattere fitomorfo, incorniciate da due strisce in nero (il colore originale del metallo utilizzato nella lavorazione) in cui sono inserite ageminature con il motivo dell'onda. Sopra e sotto il motivo su fondo nero, compaiono infine strisce con decorazione a punta di freccia, che si ripetono su tutto l'oggetto contestualmente al motivo fitomorfo.

La collezione orientale fu raccolta nel 1902 dal professor Francesco Lorenzo Pullé, docente di sanscrito dell'ateneo bolognese, durante il viaggio di ritorno dall'Indocina, dove Pullé si era recato per partecipare al XIV Congresso Internazionale degli orientalisti, tenutosi presso l'appena sorta École Française d'Extrême-Orient, presso la quale egli rappresentava ufficialmente l'Italia, insieme al sinologo Ludovico Nocentini. Durante l'anno accademico 1907-1908 Pullé fondò il "Museo di Etnografia Indiana", che fu aperto nelle stanze del Palazzo dell'Archiginnasio assegnate come appartamento al bibliotecario - e rimaste vuote in quegli anni. Aggregato come sezione al Gabinetto di Glottologia dell'Università di Bologna, il museo, sorto sul modello del Museo Indiano di Firenze di Angelo De Gubernatis, fu chiuso nel 1935 alla morte di Pullé. Oltre alla collezione raccolta da Francesco Pullé in India, negli anni di attività del museo furono acquisiti manufatti donati dal conte Francesco Pizzardi, che aveva soggiornato in India nel 1877, e dal signor Pellegrinelli. Riguardo a queste donazioni non si hanno purtroppo notizie più precise. La tecnica detta bidri è fiorita in India a partire dal periodo Moghul (XVI-XVIII secolo) e ancora per tutto il XIX secolo ha continuato a essere utilizzata specialmente nelle decorazioni delle huqqa (hukka), tipiche pipe ad acqua facilmente ritrovabili nelle case delle classi più agiate, che talvolta consideravano il possesso di una pregiata huqqa quasi come una determinazione dello status sociale. L'oggetto conservato al Museo Civico Medievale non si distingue invece né per il pregio della decorazione, né tantomeno per la preziosità dei materiali usati.