Museo Civico Archeologico Etnologico
Largo Porta S. Agostino, 337
Modena
Melanesia, Provincia di Milne Bay, Isole d'Entrecasteaux, Stretto di Dawson, (tra le isole Fergusson e Normanby)
legno intaglio
cm 42 (a) 57,5 (la)
1871 ante
n. NG 260
L'oggetto è stato ricavato da un unico pezzo di legno. Ha forma trapezoidale, il lato superiore è leggermente convesso e termina ai lati in due volute; una con un foro al centro di maggiori dimensioni dell'altra. Il lato inferiore termina con una sporgenza a profilo arrotondato che viene inserita ad incastro nella corrispondente scanalatura della prua o della poppa dell'imbarcazione. La tavola è annerita con nerofumo. Una delle due superfici, quella che era rivolta verso l'esterno della canoa, è interamente incisa con motivi geometrici e dipinta in alcune parti con pigmento rosso-porpora. Le incisioni sono invece riempite con calce bianca. Il lato che era rivolto verso l'interno, presenta due scanalature che seguono il profilo dell'oggetto.

decorativa e religiosa
Il lato inferiore termina con una sporgenza a profilo arrotondato che viene inserita ad incastro nella corrispondente scanalatura della prua o della poppa dell'imbarcazione. Ogni canoa era dotata di una coppia di tavole, una fissata a poppa e una a prua.
La grande attenzione prestata dagli indigeni alla decorazione delle imbarcazioni è da attribuire alla fitta rete di scambi commerciali-cerimoniali che gli abitanti delle isole ancora intrattengono con le popolazioni della costa sud-est della Nuova Guinea. La sagoma della piroga, un profilo allungato con gli estremi arrotondati ( e a volte con un albero al centro che rappresenta il mitico "albero della vita"), divenne così un emblema sia d'arte che religioso. Questi elementi decorativi che, come già detto, caratterizzano le estremità della canoa, sono definiti dagli indigeni come il volto, #lagimu# e il naso, #tabuya# dell'imbarcazione stessa. Viaggiando su canoe riccamente istoriate gli abitanti delle isole fanno circolare prodotti di prestigio all'interno di circuiti commerciali assai estesi e complessi.L'oggetto fa parte della collezione, costituita da più di 300 oggetti e acquisita dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena nel 1893 dal Museo Pigorini. Fu estrapolata da una più ampia collezione appartenente all'etnologo Lamberto Loria e raccolta fra il 1889 e il 1890. Si tratta di oggetti (corredati da cartellini didascalici) provenienti dalla Nuova Guinea, accompagnati da diari-appunti di viaggio, elenchi e lastre fotografiche. La raccolta etnografica, che ammontava a migliaia di oggetti, confluì interamente al Museo Preistorico Etnografico Pigorini di Roma. In linea con la politica di scambi etnografici e archeologici, promossa dallo stesso L. Pigorini, direttore dell'eponimo museo, una parte della collezione Loria pervenne a Modena. L'esposizione dei materiali adottata dal Museo di Modena vuole rispecchiare le tappe del viaggio scientifico di Loria nella punta sud-est della Nuova Guinea e negli arcipelaghi adiacentidi, durato otto anni (dal 1889 e il 1897) e ricostruito sulla base delle annotazioni di viaggio dell'etnologo e di alcune sue lettere.