Musei Civici - Palazzo dei Musei
Via Spallanzani, 1
Reggio Emilia
tendine
cm 40 (la)
1871 ante
n. 6
Tendini della coda di canguro ("Kangarù", come lo definisce Mons. Salvado) di cui resta il ciuffo scuro di peli con cui termina la coda.

i tendini venivano utilizzati per cucire insieme pelli di canguro per confezionare mantelli; gli stessi tendini venivano usati come lacci per assicurare il mantello alla persona che lo indossava
L'oggetto fa parte di un nucleo più ampio di manufatti appartenenti alla cultura degli aborigeni australiani che Don Gaetano Chierici (all'epoca direttore del Museo di Storia Patria) chiese a monsignor Rudesindo Salvado, vescovo di Porto Vittoria, per il Museo di Storia Patria (con l'obiettivo di mettere in pratica il metodo "comparativo" molto in uso nella seconda metà dell'ottocento). Il nucleo di oggetti proviene dalla parte occidentale dell'Australia dove Salvado operò per lunghi anni fra la zona della missione di Nuova Norcia, fondata dallo stesso e la città di Perth. Gli oggetti, grazie alla collaborazione del vicario del vescovo il canonico Martelli, furono donati al Museo. Partiti dalla città australiana di Perth, dove sostarono a lungo, giunsero a Reggio Emilia nel 1871. L'interesse di Chierici per questi oggetti (e la conseguente richiesta avanzata a Salvado di inviarne alcuni in Europa), fu probabilmente suscitato dalla lettura di un libro scritto da Salvado nel 1851 "Memorie storiche dell'Australia particolarmente della Missione Benedettina di Nuova Norcia e degli usi e costumi degli Australiani". La raccolta di oggetti australiani costituì uno dei primi nuclei etnografici del Museo di Storia Patria, oggi Museo "G. Chierici" di Paletnologia. Trasferiti nel cosiddetto Corridoio Venturi, dopo la morte di Chierici, ove sono conservate le altre collezioni etnografiche, nel 1996 furono collocati nelle attuali vetrine, ripristinando l'originaria disposizione dei reperti all'arrivo al Museo.