Artisti, artigiani, architetti, produttori

Ravenna (RA) , 1908/01/03 - Ákra Glifádhas (EL) , 1941/07/17
medaglista/ pittore/ scultore

Conclusi gli studi tecnici, dal 1919 iniziò a frequentare i corsi preparatori per l’accesso all’Accademia di belle arti di Ravenna allora diretta da Vittorio Guaccimanni. All’Accademia si diplomò nel 1927. Grazie all’arte musiva poté ottenere il suo primo successo pubblico nel 1927, quando vinse il primo premio alla Mostra internazionale d’arte di Conegliano Veneto. Nel 1928 fu presente a Cervia alla Prima Mostra del sindacato fascista di belle arti esponendo un mosaico e tre sculture; nel dicembre dello stesso anno vinse il concorso d’ammissione e una borsa di studio, che gli fu riconfermata anche l’anno successivo, per la Regia Scuola d’arte della medaglia presso la zecca di Roma. Trasferitosi nella capitale per la durata del biennio della scuola, diretta allora dall’incisore Giuseppe Romagnoli che aveva anche la cattedra di modellato. Durante il periodo romano entrò in contatto con il gruppo di artisti legati a Novecento, ai quali lo accomunavano la capacità espressiva di sintesi e le forme levigate e composte ispirate alla classicità romana secondo lo stile in auge in quel periodo. Nel 1929 partecipò alla Mostra del sindacato di belle arti di Bologna esponendo cinque medaglie e, nel corso dello stesso anno, preparò una mostra personale a Roma dove presentò alcune sculture e dipinti a olio.
Conclusa l’esperienza alla Scuola della medaglia, nel 1930 rientrò a Ravenna dove allestì il suo studio realizzando con continuità una produzione artistica tutta personale, dalla pittura alla scultura, senza tralasciare l’arte della medaglia. Risalgono a questi primi anni di attività, tra il 1930 e il 1931, la serie di bozzetti preparatori nonché diversi modelli per la medaglia premio coniata in occasione dei campionati nazionali di sci che si tennero a Cortina d’Ampezzo nel 1932. In questi anni si collocano anche le due medaglie ispirate al motto latino Mens sana in corpore sano (Panzetta, 2005, p. 130) oltre a quella ispirata alla Battaglia del grano, opere che si impongono per la bellezza del modellato e per i valori plastici delle figure influenzati dalla scultura classica. Nel 1931 partecipò al concorso per le statue del foro Italico di Roma, dove presentò una grande statua di un nudo maschile reggente la clava, reinterpretazione di Ercole dalle assonanze classiche.
Nel 1932 vinse il concorso nazionale bandito dal Municipio di Ravenna per la realizzazione della medaglia da eseguire in occasione del III Colloquio internazionale di archeologia cristiana. Di piccolo formato, raffigura nel diritto il mosaico del Buon Pastore del mausoleo di Galla Placidia e, nel rovescio, il Monogramma del re Teodorico, realizzando una sapiente sintesi storico-artistica dell’importante evento culturale ravennate. Nel 1932 a Faenza realizzò una medaglia commemorativa in occasione della Settimana faentina d’arte e artigianato mentre a Voltana (frazione di Lugo) progettò una fontana con giardino.
In seguito si distinse come scultore, facendo propria la lezione di Domenico Rambelli (amico e maestro riconosciuto) e di Francesco Messina.
Fu comunque nella medaglistica che Morigi ottenne i maggiori successi e il riconoscimento sia nazionale sia internazionale tanto da essere invitato ufficialmente alla XXI Biennale internazionale di Venezia del 1938, dove espose quattro medaglie di cui tre rappresentanti il Duce, Galeazzo Ciano ed Ettore Muty.
Nel 1940 realizzò uno dei suoi capolavori per resa realistica e potenza espressiva: il busto in bronzo di Carlo Delacroix (Ravenna, Istituzione Biblioteca Classense), che fu collocato all’interno della casa del mutilato a Ravenna, per la quale progettò anche la decorazione dell’arengario, con un altorilievo in marmo dove al centro campeggiava una Medusa.

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