Artisti, artigiani, architetti, produttori

Faenza (RA) , 1893/11/03 - Cesena (FC) , 1968/08/07
pittore/ incisore/ ceramista

Frequentò la scuola tecnica d'arte e mestieri di Faenza e nel 1907 completò gli studi alla scuola di disegno per artigiani "T. Minardi" e presso la fornace Farina. Nel 1910 si iscrisse alla R. Accademia di belle arti di Bologna, dove fece propria la lezione postimpressionista, evidente nelle due xilografie dal titolo Armonia, riproducenti un notturno e un crepuscolo, esposte nel 1911 alla V Mostra d'arte al Museo internazionale delle ceramiche di Faenza. Nel 1913 si diplomò e, grazie a due premi del ministero della Pubblica Istruzione, fu a Venezia, Siena, Perugia e Roma, dove tornò nel 1914 per partecipare al concorso per l'insegnamento del disegno.
Nel 1915 espone la sua prima personale all'albergo Corona di Faenza.
A questo periodo risale lo scambio epistolare con Boccioni.
Processato per insubordinazione, nel 1916 fu trasferito a Verona con l'incarico di disegnare fortificazioni militari per la difesa delle valli venete. Con F. Casorati organizzò al palazzo della Gran Guardia di Verona la Mostra d'arte pro invalidi di guerra, eseguendo sia la xilografia per la copertina del catalogo sia il manifesto in stile liberty. Espose quattro incisioni (Campi in Sardegna, Zampognari sardi, Il paese, La modella) e due acquerelli. Nel 1916-17 progettò per C. Palazzoli di Verona un servizio da tavola eseguito dalla fornace Minardi di Faenza.
Nel 1919 pubblicò a Faenza un album di Dieci xilografie originali. Nel 1920 iniziò a collaborare con la rivista La Piê di A. Spallicci e con le officine Baldi di Brisighella e Matteucci di Faenza. Per quest'ultima disegnò oggetti ed elementi in ferro battuto esposti nel 1923 alla I Mostra internazionale di arti decorative di Monza. Nel 1920-22 aprì con il pittore L. Castellani una bottega di maioliche artistiche in un bastione delle mura malatestiane di Cesena. Disegnò il logo delle fabbriche faentine di ceramica La nuova Ca' Pirota e la Faventia-Ars, con la quale collaborò a lungo realizzando opere di particolare impegno, come il pannello Il torniante. Nel 1924 fu alla XIV Biennale di Venezia con le xilografie Il porto e La pineta e portò a termine il suo più significativo lavoro in ferro battuto: la cancellata per il Monumento al medico caduto in guerra di A.
Nel 1930 si trasferì a Cesena, dove estese l'interesse per le arti decorative alla realizzazione di mobili e in pittura si volse a un verismo dai colori accesi e smaltati che trovò piena espressione in una serie di dieci grandi dipinti, compiuti tra il 1938 e il 1958 con l'idea - non realizzata - di esporli, con La famiglia e Il raccolto, in una sala appositamente approntata della sua villa.
Due di questi, La processione della Madonna e La sfornata della fabbrica delle maioliche, apparvero nella personale allestita nel 1934 alla Biblioteca Malatestiana insieme con opere futuriste, xilografie e lavori in ceramica tra cui il Pannello con pesci premiato nel 1929 a Faenza con la medaglia d'oro al concorso Gaetano Ballardini.
Nominato ispettore onorario alle Antichità e scavi (1942), curò nel 1945 la ricostruzione di chiese e monumenti distrutti dalla guerra e si batté per la salvaguardia del centro storico di Cesena contro l'insediamento dell'edilizia moderna.
Dell'ultima attività espositiva si ricordano la Mostra nazionale della pittura e della scultura futurista del 1951 a Bologna, la VI Quadriennale romana del 1951, il I Premio nazionale Scipione alla Biennale di pittura di Macerata del 1955, l'antologica alla Fondazione Garzanti di Forlì del 1958. Nel 1960 fu invitato alla Mostra storica del futurismo nell'ambito della XXX Biennale di Venezia.

Giannetto Malmerendi: dall'avanguardia alla visione epica, le xilografie, (testi di) Umberto Giovannini, Russi, Vaca, 2006.

Giannetto Malmerendi (1893-1968): pitture, disegni, xilografie, ceramiche e arte applicata, (a cura di) Giorgio Di Genova, Cesena, Wafra, 1993.


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