Pinacoteca Civica Domenico Inzaghi
Via Mentana, 32
Budrio (BO)
Cittadini Pier Francesco detto Milanese
1616/ 1681
Altra Attribuzione: seguito di Donato Creti
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 76 (la) 49 (a)
sec. XVII (1650 - 1681)
Si accoglie in questa sede la proposta avanzata da Bodmer (1940) di inserire questo dipinto, che l'inventario Certani (1931) riferiva invece al seguito di Donato Creti, nel catalogo di Pier Francesco Cittadini. Se talune durezze di modellato sono da addebitare, più che all'intervento della bottega, cui pensava Bodmer, al generale iscurimento determinato dall'assorbimento della preparazione, rinvia a quell'artista la garbata miniaturizzazione di spunti tratti da Guido Reni, del quale il "Milanese" era stato allievo dopo un primo breve apprendistato in patria presso Daniele Crespi. Il quadretto si inserisce in quella produzione di dipinti destinati al collezionismo privato nei quali Pier Francesco si specializzò insieme al fratello Carlo in vista della crescente richiesta di quadri da parete che connota, ai più diversi livelli sociali, il XVII secolo e che lo porta a privilegiare anche i generi di nuova istituzione della scena di genere quotidiano, del paesaggio e della natura morta, divenendo così uno dei pittori più presenti nelle quadrerie bolognesi del tempo (R. Morselli, Collezioni e quadrerie nella Bologna del Seicento. Inventari 1640-1707, Los Angeles 1998, p. 30). In questa stessa ottica Cittadini esegue dipinti di carattere devoto, in cui, secondo soluzioni già prospettate da Francesco Albani, guadagnano spazio il paesaggio e gli spunti narrativi più feriali e amorevoli: si veda come, in questo caso, l'episodio del miracoloso intervento che, secondo i vangeli apocrifi, avrebbe consentito alla sacra famiglia di sfamarsi con i datteri spontaneamente porti al suo passaggio dalle palme, si combini con il gesto di paterna premura con cui Giuseppe trae dalla bisaccia il pane giudiziosamente portato da casa. Una soluzione abbastanza simile compare in un altro dipinto di Cittadini già appartenuto alla Raccolta Campori ed ora nel Museo Civico di Modena (C. Volpe, in Mostra di opere restaurate. Secoli XIV-XVIII, catalogo della mostra, Modena 1980, p. 48 n. 24).