Pinacoteca Civica Domenico Inzaghi
Via Mentana, 32
Budrio (BO)
ambito romano (?)
Altra Attribuzione: Evaristo Baschenis
seguace di Bartolomeo Bettera
maniera francese della seconda metà del XVII secolo
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 94 (la) 65.5 (a)
sec. XVII (1640 - 1660)
n. 3
E' sintomatico che A. Sorrentino (1949) giudicasse questa opera e il suo pendant di 'Maniera del Baschenis': fino ad anni molto recenti il pittore bergamasco (1617-1677) veniva ritenuto il principale punto di riferimento per dipinti di natura morta caratterizzati dalla quasi ossessiva presenza di preziosi tappeti, resi talora con particolari accorgimenti che conferiscono uno sbalzo reale alle decorazioni e alle frange dorate. Gli studi hanno poi dimostrato che si tratta di un gusto diffuso dapprima in ambito francese (Meiffren Comte) e poi accolto anche in Italia con diverse declinazioni locali: a Napoli (Giuseppe Recco), come a Roma (il cosiddetto Francesco Fieravino o Maltese) a Bologna (Pier Francesco Cittadini) e a Bergamo (Evaristo Baschenis). In questo caso risulta particolarmente significativo il rimando, suggerito da C. Bernardini (1989), ad alcune nature morte in collezione privata parmense, rese note come opere di 'Nicolas Mignard e aiuti' da P. Consigli Valente (Nature morte del Seicento e del Settecento, Roma, 1987, figg. 217-218), dove tornano alla lettera, inseriti in un contesto di poco variato, la stessa anfora sdraiata sul vassoio e lo stesso cagnolino sul cuscino che caratterizzano i nostri dipinti. Più che parlare di identità di mano, bisognerà forse far riferimento a una circolazione di modelli di successo che vengono riproposti con poche varianti da parte di ateliers specializzati in questo tipo di produzione, di tipo quasi artigianale ancorchè connotato, come nel nostro caso, da un livello qualitativo tutt'altro che disprezzabile.