Patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna

L'atteggiamento affettuoso che porta ad accostare le teste del Bambino e della Santa induce a riconoscere in quest'ultima Caterina, anche se la sua immagine avrebbe dovuto completarsi attraverso la corona e la ruota dentata, simbolo del suo martirio. Antiche ridipinture, volte a mascherare uno stato di conservazione abbastanza precario, si notano in più punti. Dopo un primo riferimento a Girolamo da Carpi (Certani 1931), il dipinto è sempre stato genericamente riferito a un artista bolognese del XVI secolo. Presenta infatti caratteri abbastanza corrivi, non tali tuttavia da nascondere una preponderante dipendenza dai tardi modi della bottega dei Francia, guidata, dopo la morte di Francesco (1517), dai figli Giacomo e Giulio. Anche se non è possibile indicare al momento un preciso prototipo di riferimento, la stesura opalescente e come nebbiosa e la severità delle forme rinviano ancora ai modi del caposcuola, restituiti tuttavia con una determinazione formale meno coerente, che prevede anche la conoscenza degli accrescimenti stilistici raggiunti dai figli del Francia nel corso degli inoltrati anni Trenta.