MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Via Don Giovanni Minzoni, 14
Bologna (BO)
Campanini Pierpaolo
Ferrara 1964/ vivente
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 191.5 (la) 141 (a) 4.5 (p)
sec. XXI (2001 - 2001)
n. 5384
L'artista partecipa nel 2005 a "Bologna Contemporanea", un'ampia antologia, composta da oltre 100 opere realizzate da protagonisti particolarmente rappresentativi dell'arte visiva della città.
Nel 2004 Spazio Aperto della Galleria d'Arte Moderna di Bologna ha presentato una personale di Pierpaolo Campanini, proponendo tre dipinti ad olio e numerosi lucidi in bianco e nero. I tre quadri di ampie dimensioni raffigurano ognuno, su fondo neutro, un aggregato costituito da oggetti, coperture, tiranti ed involucri di diversa natura. Il risultato visivo, nel suo complesso, riconduce all'idea di un accostamento ed interazione di molti elementi di diversa origine, che però non formano un oggetto compiuto e riconoscibile.
In mostra anche un ampio vetro illuminato a disposizione del pubblico nella funzione di macro visore, per potere osservare i lucidi in bianco e nero: scritte realizzate tramite lettering differenti, immagini di pseudo- accessori la cui utilità non appare chiara, dettagli di sculture e calchi costituiscono solo alcune delle sollecitazioni visive proposte allo spettatore. Si tratta infatti di un'ampia panoramica ideata all'insegna di una positiva frammentazione e diversificazione. Punto di partenza e filo conduttore segreto dell'evento espositivo è l'aura di leggenda che avvolge la meteorite rinvenuta nel 1824 a Renazzo, località della provincia ferrarese.
Premio Maretti 2003 insieme a Paolo Piscitelli e Roberta Piccioni.
Le opere di Pierpaolo Campanini, realizzate attraverso un metodo che utilizza tecniche diverse ma complementari, quali la fotografia e la pittura, sono il risultato di un'operazione complessa che si articola in fasi diverse. La costruzione del modello tridimensionale, la sua messa in scena, lo scatto fotografico e infine la trasposizione su tela.
Le ambiziose costruzioni fantastiche di Campanini, sono prive di una dimensione temporale definita e divengono luoghi irreali, finzioni sintetiche connotate da atmosfere rarefatte.
Gli oggetti così sospesi nel tempo e nello spazio creano delle affascinanti "scenografie" virtuali che da un lato evocano forme conosciute ma dall'altro non corrispondono a nulla di esperibile.
Architetture artificiali, spazi dell'immaginazione e dimensioni sospese di oggetti e strutture alle quali è impossibile attribuire una funzione.