Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34
Bologna (BO)
ambito europeo
cornetto curvo

legno di bosso,
cuoio,
ottone,
corno
mm
Misure: lu. 573//distanza tra l'ingresso e p 221,5//I 257//II 295//III 334//IV 383//V 422,5//VI 462,5.,
Altre misure approssimative: diametro esterno all'ingresso sotto la ghiera 18,3//all'uscita 32,7//diametro della cameratura 10,9 - 8 - 23,5//diametro p 5,1 (14,2)//I 5,2 (15,2)//II 5,4 (16,1)//III 5,8 (17,3)//IV 6 (18,7)//V 6,1 (19.8)//VI 6,2 (20,9)
secc. XVI/ XVII (1500 - 1699)
n. 1779
La curvatura è a destra. Lo strumento è coperto di cuoio color marrone di struttura assai grezza. La copertura forse non è quella originale. Ad ogni modo i rombi intagliati sono appena visibili attraverso il cuoio. La cameratura è relativamente stretta, il diametro dei fori per le dita è piccolo, ma purtroppo l'ingresso è stato scavato in tempi recenti, probabilmente per far entrare un bocchino da tromba. C'è una ghiera circolare di ottone in due parti con filettature intorno all'ingresso. Il bocchino di corno fu posto nel restauro del 1989.

I corni e le trombe formano un gruppo di strumenti aerofoni, in cui la generazione della vibrazione e quindi del suono viene causata dalle labbra del suonatore, tese con una certa elasticità, per cui il flusso d'aria proveniente dai polmoni del suonatore è fatto entrare nella cameratura con impulsi periodici. Basta che le labbra del suonatore vengano premute contro l'estremità iniziale della cameratura, quindi senza bocchino. Normalmente gli strumenti appartenenti a questa categoria, però, sono suonati con un bocchino che dà supporto alle labbra e che dirige il flusso d'aria nella cameratura. La forma di tale bocchino può essere tra quella d'un bacino piatto e quella d'un imbuto profondo. Questo gruppo di strumenti comprende i corni in genere (corni da caccia e da orchestra, tube, cornetti, serpentoni ecc.) e le trombe in genere (trombe in senso stretto, tromboni ecc.).
E' difficile fare una netta distinzione tra corni e trombe. Ripetiamo qui l'ipotesi formulata nel 1979 (van der Meer 1979):
un aerofono è un corno quando è storicamente riducibile a uno strumento aerofono fatto di materiale animale: corno di mammifero unghiato, dente (canino d'elefante o di narvalo), o conchiglia elicoidale di gasteropode marino. Invece un aerofono è una tromba quando è storicamente riducibile a uno strumento aerofono fatto di materiale vegetale, generalmente un tronco scavato.
Esistono corni a cui sono applicati i fori per le dita, già prima applicati ai flauti e agli strumenti ad ancia, eventualmente con chiavi. Talvolta s'incontrano già tra i corni fatti di materiale animale strumenti con fori per le dita, ad esempio il wallhorn svedese.
Generalmente gli strumenti di questo gruppo hanno, però, un tubo fatto di legno duro (bosso, noce, legno d'albero da frutta, acero), in casi rari d'avorio, e nel secolo XIX occasionalmente di metallo.
Appartengono a questo gruppo i cornetti curvi (coi corni torti e i cornettini), i cornetti diritti e muti, i serpentoni e i corni bassi. E sorprendente che la maggior parte degli strumenti di questo gruppo - i cornetti curvi (Coi corni torti e i cornettini) e i serpentoni - rispettino l'archetipo della forma curvata del corno, ciò che implica un procedimento di manifattura poco agevole.
I cornetti curvi, i cornettini e i corni torti hanno sempre un tubo curvato. La curvatura nei cornettini e nella maggior parte dei cornetti curvi è semplice (i cornetti curvi a forma di esse o di serpe sono piuttosto eccezionali); i corni torti hanno generalmente una curvatura in forma di esse. La cameratura di questi strumenti è senza eccezione conica.
Il tubo è nella maggior parte dei casi di legno duro (bosso, noce, legno d'albero da frutta, acero). Tali strumenti si fabbricano con due ceppi di legno che sono segati in modo da dare loro la desiderata forma curva, dopo di che i ceppi sono scavati e tagliati sì che la sezione esterna del tubo diventi ottagonale, infine incollati. Il tubo per circa un terzo della sua lunghezza, iniziando dall'ingresso, è fregiato con rombi intagliati che si vedono attraverso la copertura di cuoio, di cui daremo indicazioni.
Le due metà del corpo vengono consolidate con avvolgimenti di filo o di nerbo, oppure con una o due ghiere. Gli avvolgimenti si trovano normalmente subito sotto la parte fregiata di rombi, poi nel centro dei fori anteriori tra i fori III e IV (nei cornetti curvi e nei cornettini tra il 50% e il 62,5% della lunghezza del tubo, nei corni torti al 50% della lunghezza), e alcuni cm prima dell'uscita. Una ghiera, generalmente di ottone, rinforza quasi sempre la parte del tubo più soggetta a danni: l'ingresso, dove s'immette il bocchino. Porre una seconda ghiera all'uscita non è d'uso comune.
Infine il tubo è rivestito di cuoio o pergamena. Il rivestimento può avere un'ornamentazione a bulino o a sigillo. La copertura è normalmente scura, per cui strumenti di questo gruppo erano chiamati cornetti negri. Il cuoio rende il tubo impermeabile e impedisce che le due parti si scollino.
Può sembrare strano che questi strumenti si fabbricassero con un procedimento poco agevole e di lunga lena. Indubbiamente la fattura alquanto complicata si spiega con la tradizione. Tali Strumenti, come indica il nome, provengono dai corni che in origine erano fatti di sostanza animale e curvi. L'uso di cuoio o pergamena, oltre alla sua funzione pratica, conserva il ricordo del materiale d'origine, a parte i rari casi in cui lo strumento è di avorio.
La cameratura, come s'è già detto, è sempre conica. il punto più stretto varia generalmente tra 7,5 e 10,5 mm, il che corrisponde al 2,5 - 3% della lunghezza della cameratura nei cornettini; a circa l'1,5% nei cornetti curvi e a poco meno dell'i % nei corni torti.
Gli strumenti appartenenti a questo gruppo formano una famiglia, di cui i cornettini possono essere considerati i soprani; i cornetti curvi i contralti; i corni torti i tenori. Esiste anche un cornone basso che è, però, assai raro. In tali strumenti la funzione dei fori di diteggiatura è la stessa dei flauti e degli strumenti ad ancia: realizzare le note tra gli armonici. I cornetti curvi e i cornettini hanno sei fori (I-VI) sul piano anteriore della sezione ottaedrica del tubo, e un foro più alto sul piano opposto, poco sotto il fregio a rombi, per il pollice (p). Con l'aiuto di questi sette fori è possibile produrre una scala diatonica più o meno dorica. I toni cromatici, come nei flauti e negli strumenti ad ancia, sono realizzabili tramite diteggiature speciali. Il suono più basso del cornetto curvo è generalmente La2, in casi rari Sol2; quello del cornettino è Mi3 (inv. 1776, scheda nctn 00000034), meno frequentemente Re3 (inv. 1777, scheda nctn 00000033). Il suonatore può, con l'aiuto d'un numero ristretto di armonici, raggiungere un ambito di due ottave o poco di più.
Il corno torto, chiamato anche cornone (inv. 1783, scheda nctn 00000040), è il tenore della famiglia. La disposizione dei fori è identica a quella dei cornetti curvi e dei cornettini, con Re2 come fondamentale. Il corno torto, però, ha sempre una chiave aperta d'estensione verso i bassi per la nota Do2. Questa chiave per il mignolo ha la forma rinascimentale: è di ottone, ha un piattino rotondo e piatto con una guarnizione di cuoio cucita e una paletta a farfalla, su cui torneremo. Il piattino e la leva della chiave sono fissati con perni in due occhielli inseriti nel tubo. La molla di ottone è fissata nel legno del tubo con un chiodo o una vite, con l'estremità della molla sopra la leva. La molla spinge l'estremità inferiore della leva verso il tubo, affinché la paletta stia lontana dal tubo il più possibile. Al di sopra della chiave si trova una gabbia perforata (capsula protettrice) di ottone, inchiodata al tubo. Il cornone basso con fondamentale Sol1 ha una costruzione identica.
I cornetti curvi, i cornettini e i corni torti venivano suonati con un bocchino di corno o di avorio, la cui forma assomiglia a quella del bocchino della tromba, benché le misure differiscano da quelle di quest'ultimo strumento. il suonatore di tali strumenti collocava il bocchino non contro il centro, ma contro un angolo della bocca.
Ciò che è stato detto sulla disposizione delle mani del suonatore di flauti e di strumenti ad ancia vale anche per i cornetti curvi, i cornettini e i corni torti: era possibile non solo collocare la mano sinistra in alto e quella destra in basso, ma veniva usata anche la posizione inversa. Per rendere possibili le due posizioni delle mani, erano necessari certi accorgimenti. Tra i cornetti curvi e i cornettini sono da distinguere strumenti curvati a destra, il cui bocchino veniva collocato sull'estremità destra della bocca e in cui la mano destra era collocata in basso (inv. 1776, 1778, 1784, 1785, schede nctn 00000034, 00000037, 0000035, 00000036 e presente scheda), e strumenti curvati a sinistra, il cui bocchino veniva collocato sull'estremità sinistra della bocca e in cui la mano sinistra era collocata in basso (mv. 1777 e 1780, schede 00000033 e 00000039). Per i corni torti non è possibile fare questa distinzione, ma le due diverse posizioni delle mani erano usate anche in questo tipo di strumento, il che si può dedurre dalla forma della paletta della chiave:
questa è a farfalla, di modo che sia alla portata del mignolo destro come di quello sinistro.
In alcuni strumenti di questo gruppo si riscontra il marchio di orecchi di lepre, due per due (inv. 1783 e 1784, schede nctn 00000040 e 00000035) o tre per due (inv. 1785, scheda nctn 00000036). Il marchio si trova sempre sul piano dei fori I-VI, nei cornetti curvi e nei cornettini tra il foro VI e l'uscita, nei corni torti tra la chiave e l'uscita. Inoltre in certi casi (inv. 1784, scheda nctn 00000035) il marchio s'incontra anche sul bordo inferiore del tubo, all'uscita. Purtroppo nulla si sa sull'identità del costruttore o dei costruttori che usavano questo marchio. Non pare inverosimile che gli strumenti così marcati provenissero da una bottega veneziana. Vincenzo Galilei nel suo Dialogo della musica antica, et della moderna (1581, p. 146) sostiene che tra i cornetti "in Venetia si fanno hoggi i meglio che vadino attorno".
Il cornetto si trova nell'iconografia già nel secolo XI, ma questo tipo ebbe il suo apogeo nei secoli XVI e XVII. Ancora nel 1677 Bartolomeo Bismantova, suonatore di cornetto a Ferrara, nel suo Compendio musicale fornisce regole per suonare il cornetto. La maggior parte degli strumenti conservati è databile in questi secoli. Nel secolo XVIII, e soprattutto dopo il 1750, il cornetto cadde in disuso, benché il suo uso occasionale sia documentato, sebbene raramente, sino all'inizio del secolo XIX.