Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34
Bologna (BO)
Sax Adolphe
1814/ 1894
clarinetto basso in Sib

legno di acero/ verniciatura,
alpacca,
acciaio
mm
Ingombro 1130//lu. totale del tubo 1340//lu. del bocchino 108//lu. della mortasa del bocchino 20//lu. del collo d'oca 206//lu. del pezzo superiore 370//lu. del tenone del pezzo superiore 43//lu. del pezzo inferiore 441//lu. del tenone del pezzo inferiore
sec. XIX (1850 - 1850)
n. 1849
Lo strumento ha la forma di pipa ed è composto di cinque parti: bocchino, collo d'oca, parte superiore, parte inferiore e campana, quest'ultima piegata in alto. I pezzi superiore e inferiore hanno pareti estremamente sottili. Ci sono tenoni alle estremità inferiori dei pezzi superiore e inferiore. Il foro IV è situato così in alto sul pezzo inferiore, che penetra anche il tenone del pezzo superiore. Intorno alle mortase all'estremità inferiore del bocchino e alle estremità superiori dei pezzi superiore e inferiore ci sono ghiere di alpacca. Sul retro del pezzo inferiore c'è un supporto di alpacca per il pollice destro. Attaccato alla ghiera superiore del pezzo inferiore c'è un occhiello per infilare una corda. Il collo d'oca e la campana sono di alpacca. La campana ha un bordo del tipo francese.
Disposizione delle chiavi:
1) I fori p e I - VI sono provvisti di chiavi aperte a leva semplice per l'anulare, il medio e l'indice delle mani destra e sinistra e per il pollice della mano sinistra. Ci sono quindi chiavi aperte per
Sol2, La2, Si2, sul pezzo inferiore; Do3, Re3, Mi3, Fadiesis3 (pollice) sul pezzo superiore;
2) Inoltre lo strumento ha le chiavi seguenti:
a) sul pezzo inferiore:
Mi2 (aperta, con leva lunga, per il mignolo sinistro);
Fadiesis2 (chiusa, con leva lunga, per il mignolo sinistro);
Fa2 (aperta, per il mignolo destro);
Soldiesis2 (chiusa, per il mignolo destro);
Sib2 (chiave traversa chiusa col piattino a sinistra, per l'anulare destro);
Si2 (chiave di risonanza aperta, da chiudere con la chiave La2 sopra il foro V);
b) sul pezzo superiore:
Dodiesis3 (chiusa, per il mignolo sinistro);
Mib3 (chiave traversa chiusa col piattino a sinistra, per l'anulare sinistro; chiude automaticamente la chiave Re3 sopra il foro II);
Mib3 (chiusa, con leva lunga, per l'indice destro);
Fa3 (chiusa, con leva lunga, per l'indice destro);
Soldiesis3 (chiusa, per l'indice sinistro);
La3 (chiusa, per l'indice sinistro);
Sib3 (chiusa, per il pollice sinistro);
c) sul collo d'oca:
portavoce (chiuso, per il pollice sinistro).
Il sistema è quello d'un clarinetto a tredici chiavi (Mi2 e Fa2 come chiavi aperte; Fadiesis2, Soldiesis2, Sib2, Dodiesis3, Mib3, Fa3, La3, Sib3, Si3 e portavoce come chiavi chiuse, e una chiave di risonanza Si2; cfr. ad esempio scheda di Brusa, nctn 00000030, con raddoppio della chiave Mib, alle quali quattordici chiavi vengono aggiunte chiavi aperte sopra i fori p e I - VI. Un influsso del sistema Böhm è la chiave di risonanza aperta, da chiudere non con anelli mobili, ma con la chiave La2.
Le chiavi sono di alpacca. I piattini sono emisferici con un bordo verticale, e hanno cuscinetti. Delle chiavi sopra i fori p e I - VI, le leve di p, I, III, IV e VI sono parallele al tubo, e hanno palette separate; le chiavi di II e V hanno invece leve traverse e vengono chiuse col dito direttamente sul piattino. La maggior parte delle chiavi ha supporti in colonnini, ma la leva di Mi2 e la chiave Fadiesis2 hanno supporti in una sella comune. Ci sono selle conduttrici per le leve lunghe di Fadiesis, Mib3 per l'indice destro e Fa3, poi per Sib3. La maggior parte delle molle è di acciaio; queste sono avvitate alle leve. Il foro della chiave Sib3 ha un bordo rialzato di alpacca che attraversa sia la mortasa del pezzo superiore, sia il tenone del collo d'oca. Il foro del portavoce ha un bordo rialzato di alpacca e un coperchio perforato. I rivestimenti di alcuni fori risalgono parte a riparazioni successive, in parte al restauro del 1989.

Negli strumenti ad ancia quest'ultima era spesso doppia, anche se a volte era applicata un'ancia semplice battente. Questo tipo ha la sua origine nel bacino orientale del Mediterraneo, essendo usato anche dagli Egizi e dai Fenici. Tali strumenti, benché ormai senza raddoppiamento, sono usati nel Caucaso, in Cina (kuantzu) e in Giappone (hiciriki). A prescindere dal Caucaso, questo tipo è ormai estinto in Europa.
I clarinetti popolari furono il punto di partenza per lo sviluppo del clarinetto in Europa all'inizio del secolo XVIII.
Dal clarinetto popolare con ancia battente semplice con un unico tubo, chiamato chalumeau, Johann Christoph Denner a Norimberga sviluppò uno chalumeau con un maggior numero di possibilità all'inizio del secolo XVIII. Egli sostituì il tubetto idioglotto con un bocchino in forma di becco d'uccello, a cui l'ancia separata viene legata con una corda di seta. Dato che bocchino e ancia sono parti separate in tali strumenti, questi sono chiamati nella terminologia organologica eteroglotti. Già nel secolo XVIII gli chalumeaux erano costruiti in vari formati, quindi con fondamentali diversi. Gli chalumeaux soprani constano di due pezzi: il bocchino in forma di becco d'uccello, a cui è applicata l'ancia semplice, con un rigonfiamento all'estremità inferiore con mortasa, dove è inserito il tenone all'estremità superiore della parte principale della strumento, e appunto questa parte principale coi fori I-VI sul davanti. Questi ultimi emettono, quando vengono aperti uno dopo l'altro, la scala diatonica di Sol maggiore da Sol3 a Fadiesis4. Sul davanti c'è poi un foro duplicato per il mignolo destro oppure sinistro (m); quando questo viene chiuso lo strumento emette Fa3. C'è inoltre sul retro un foro per il pollice (p), più alto del foro I. Aprendo questo foro, lo strumento emette Sol4. Infine ci sono due chiavi chiuse montate in supporti in un anello tornito vicino all'estremità superiore della parte principale. Aprendo con l'indice della mano superiore la chiave sul davanti del tubo, si produce La4 quando si apre col pollice della mano superiore la chiave sul retro, lo strumento emette Si4. Uno chalumeau soprano ha quindi l'ambito da Fa3 a Si4. Gli armonici sono praticamente impossibili; eccezionalmente si trova Do5, armonico di Fa3.
La cameratura dello chalumeau è cilindrica. Ora, una Cameratura cilindrica in combinazione con un 'ancia (semplice o doppia) ha certe caratteristiche acustiche. Il tubo d'un tale strumento si comporta come un tubo d'organo chiuso. La prima conseguenza è la lunghezza del tubo: un tubo d'organo chiuso o uno strumento ad ancia con cameratura cilindrica ha una lunghezza che è circa la metà di quella necessaria per un tubo d'organo aperto o d'uno strumento che si comporta come tale, con lo stesso fondamentale. Un flauto dolce con fondamentale Fa3 ha una distanza tra il bordo superiore della bocca e l'uscita di 440-480 mm, uno chalumeau col fondamentale Fa3 misura poco più di 220 mm. - La seconda conseguenza è che uno strumento ad ancia con cameratura cilindrica, come un tubo d'organo chiuso, ha armonici diversi da quelli emessi da tubi di organi aperti o da strumenti comportantisi come questi. Come s'è già detto, gli armonici d'un flauto dolce sono l'ottava, la duodecima la decima quinta, la decimasettima, la decimanona ecc. del fondamentale. Uno strumento come lo chalumeau invece ha come armonici: la duodecima, la decimasettima ecc. del fondamentale. Questa produzione di armonici non solo influisce sul timbro, ma anche sull'estensione dell'ambito verso gli acuti. E per questa ragione che abbiamo detto che l'eventuale Do5 sullo chalumeau soprano si produce come armonico di Fa3.
Ci sono anche chalumeaux più grandi, soprattutto coi fondamentali Do3 e Fa2. Questi sono fatti normalmente in tre pezzi: dalla parte principale è staccato il piede col foro m. Dato che il piede è girevole, basta fornire un unico foro m.
La parte principale del tubo ha tenoni alle estremità superiore e inferiore che corrispondono a mortase all'estremità inferiore del bocchino, e a quella superiore del piede. Il bocchino e il piede hanno rigonfiamenti intorno alle morta- se; il foro m attraversa il rigonfiamento del piede. Un tale chalumeau assomiglia molto a un flauto dolce. Non è da dimenticare che Johann Christoph Denner e suo figlio Jacob erano soprattutto costruttori di flauti dolci. Non è dunque da meravigliarsi che i loro chalumeaux diano l'impressione d'essere flauti dolci.
Uno chalumeau su Do3 ha una lunghezza di circa 330 mm, uno su Fa2 di circa 440 mm. (Flauti dolci su questi fondamentali avrebbero approssimativamente la lunghezza doppia). Ci sono anche chalumeaux con tubi più lunghi, specialmente strumenti col fondamentale Fa1, eventualmente con chiavi aperte d'estensione per portare l'ambito sino a Do1. Chalumeaux di quest'ultimo tipo hanno quindi quasi l'ambito del fagotto.
Gli chalumeaux sono prescritti da vari compositori dell'epoca barocca sino agli anni 1760. Antonio Vivaldi dà come traslitterazione del nome dello strumento scialmò.
Lo chalumeau in senso stretto è un tipo di strumento non rappresentato in questa collezione. Abbiamo però trattato di questo tipo di strumento perché funzionale alla comprensione dei clarinetti.
Lo chalumeau col fondamentale Fa2 fu il punto di partenza dello sviluppo del clarinetto normale. Poco tempo dopo, ancora nel secolo XVIII, furono derivati dal clarinetto normale altri strumenti simili - il clarinetto basso, il corno bassetto e il clarinetto d'amore - che formano una nuova famiglia.
Il clarinetto basso è un clarinetto all'ottava inferiore del clarinetto normale. Come quest'ultimo, il clarinetto basso può essere traspositore in Sib, in La o in Do. Generalmente la voce del clarinetto basso è notata come quella del clarinetto normale, nella chiave del violino, sicché un suonatore di clarinetto normale può eseguire senza difficoltà la voce del clarinetto basso. Allora la voce del clarinetto basso traspone d'una nona maggiore più bassa nel caso d'uno strumento in Sib, d'una decima più bassa nel caso d'uno strumento in La, e d'un'ottava più bassa nel caso d'uno strumento in Do. In certi casi si nota la voce del clarinetto basso nella chiave del basso, e allora la voce è da trasporre d'un tono più basso per uno strumento in Sib, d'una terza minore più bassa per uno strumento in La, mentre uno strumento in Do in questo caso non è traspositore. La maggior parte dei clarinetti bassi è in Sib.
Il clarinetto basso nacque poco dopo il 1700. Per più d'un secolo fu soprattutto uno strumento da banda. La forma era spesso quella del fagotto o del serpentone, anche dell'oficleide dopo la nascita di quest'ultimo strumento. Nella seconda metà del secolo XVIII vennero costruiti clarinetti bassi in forma di clarinetti grandi. Questa forma fu sviluppata nel secolo XIX soprattutto in Francia: vennero ideati clarinetti bassi sempre con un collo d'oca tra il bocchino e la sezione diritta del tubo, in parte con la campana diretta in basso come continuazione della parte diritta del tubo, in parte in forma di pipa con la campana piegata in alto.
Negli strumenti con la campana diretta in basso e in quelli in forma di pipa la disposizione delle chiavi è una variante di quella dei clarinetti normali. Nel 1838 Adolphe Sax a Bruxelles ideò un clarinetto basso con la disposizione delle chiavi come nei clarinetti normali, ma con sette chiavi aperte sopra i fori per le dita. E questo strumento che Hector Berlioz descrive nel suo Traité d'instrumentation (1843). Lo strumento in esame in questa scheda appartiene al tipo ideato da Sax in forma di pipa. Giacomo Meyerbeer prescrive il clarinetto basso nell'orchestra d'opera per la prima volta ne Les Huguenots nel 1836, quindi ancora prima del clarinetto basso ideato dal Sax. Da allora in poi il clarinetto basso è uno strumento piuttosto frequente nell'orchestra sinfonica e in quella dell'opera. Sino ad oggi sono usati sia strumenti con la campana diretta in basso sia che strumenti in forma di pipa.
Antoine-Joseph Sax, che si faceva chiamare Adolphe, nacque a Dinant (attualmente nel Belgio) nel 1814, figlio di Charles Joseph Sax (1791-1865). Quest'ultimo aprì una fabbrica per strumenti a fiato a Dinant poco prima del 1815, che fu trasferita a Bruxelles nel 1815. Già Charles Joseph Sax fece diverse invenzioni, tra cui il corno omnitonico e un nuovo sistema di chiavi dell'oficleide furono le più importanti.
Adolphe Sax lavorò prima nella fabbrica del padre, e già a Bruxelles presentò alcune invenzioni importanti, ad esempio un clarinetto a 24 chiavi nel 1830, e un nuovo clarinetto basso nel 1838. Adolphe Sax aveva un carattere assai difficile, e una lite lo indusse a spostare la fabbrica a Parigi nel 1842. Nella capitale francese fece numerose invenzioni dal 1842 al 1852. Tra queste soprattutto i saxhorn e i saxofoni raggiunsero una grande importanza; questi strumenti sono usati ancora oggi nelle bande, e i saxofoni inoltre nell'orchestra sinfonica e nei complessi di jazz. Dal 1852 diminuiva progressivamente l'inventiva di Sax: una serie di processi lo condusse a tre fallimenti. Ciò nonostante le qualità dei suoi strumenti rimase tale che la vendita procedeva in maniera tale da portare alla chiusura delle botteghe di vari concorrenti. Adolphe Sax morì a Parigi nel 1894. La fabbrica passò al figlio Adolphe II Sax.