Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34
Bologna (BO)
ambito norimberghese
flagioletto francese

avorio,
legno di noce
mm
Misure approssimative: lu. totale 151//bocca la. 5//h. 2//lu. del labium 3,2//distanza tra il bordo superiore della bocca e p I 46,2//I 53,2//II 72//III 89//p II 97//IV 109//l'uscita 123//diametro esterno all'ingresso 11//alla bocca 9//dei rigonfiamenti c
sec. XVII (1600 - 1699)
n. 1802
L'ingresso in forma di becco d'uccello contiene il blocco, probabilmente di noce, che ha causato una spaccatura nell'avorio circostante. All'estremità inferiore dell'ingresso si trovano tre anelli torniti. Il labium termina quasi con una punta all'estremità inferiore. Sotto l'ingresso, intorno e sotto la bocca e il labium, il tubo è tornito con rigonfiamenti e restringimenti circolari. Intorno all'uscita c'è un anello tornito.

I flauti sono aerofoni in cui il flusso d'aria è diretto contro lo spigolo di un'apertura situata nella parte iniziale del tubo. Esistono nel mondo numerose specie di flauti. In Europa sono da distinguere principalmente - laddove si prescinde da certi flauti di natura etnica o popolare - due tipi: i flauti dolci e quelli traversi.
I flauti dolci hanno un tubo nel cui inizio è inserito un blocco (l'anima) sì che resta libero un canale d'aria tra la superficie superiore del blocco e la parete del tubo. Sotto il canale d'aria si trova nel tubo un'apertura (bocca), il cui orlo inferiore è smussato a spigolo di sopra. L'aria proveniente dal canale d'aria è diretta contro questo labium (labbro) smussato.
Il flauto dolce fu introdotto nell'Europa occidentale nel secolo XI. Proviene in parte dai paesi arabi tramite la penisola iberica - il tipo è ormai obsoleto nella regione di cultura islamica -, in parte da paesi di popolazione slava, dove sino ad oggi i flauti in genere e i flauti dolci in specie rivestono una parte importante nella musica etnica.
Il flauto dolce subì uno sviluppo speciale nell'Europa occidentale. La prima tappa di questa evoluzione si constata nel '500 e nella prima metà del '600. Gli strumenti costruiti in questo periodo appartengono a un tipo cosiddetto rinascimentale. La seconda tappa è situata tra il 1650 e la seconda metà del '700. Gli strumenti costruiti in questo secondo periodo appartengono a un tipo che chiamiamo qui barocco. Dato che è impossibile sfumare la dinamica nel suono del flauto dolce, il tipo principale sparì dalla musica europea nell'epoca dei primi inizi del romanticismo, quindi nella seconda metà del '700.
Rimasero in uso solo certe varianti del flauto dolce nella musica etnica o popolare. Menzioniamo qui il flauto a una mano, generalmente con tre fori per le dita, ancora in uso in Provenza (galoubet), nelle province basche e nella cobla in Catalogna; i vari tipi di flagioletti in uso sino all'Ottocento; i flauti d'accordo soprattutto nella Baviera Superiore.
In italiano per questo tipo di strumento si usa l'espressione flauto dolce, che non corrisponde sempre alla realtà poiché il timbro dello strumento non è sempre molto dolce. Si usa anche l'espressione flauto a becco, una traduzione dal francese che qui evitiamo, perché solo i flauti dolci alti hanno un ingresso del tubo in forma di becco d'uccello. L'unico termine corretto sarebbe "flauto a blocco" (ted. Blockflöte), eventualmente "flauto ad anima" (ted. Kern(spalt)flöte), ma questi termini sono inusitati in italiano.
Ricordiamo che i registri labiali dell'organo sono composti di canne che hanno la stessa costruzione dei flauti dolci e appartengono pure a questa categoria di strumenti. S'intende che nell'organo l'aria non proviene dai polmoni del suonatore, ma da mantici. Dato che in questa collezione non figurano organi, non trattiamo in questa sede le caratteristiche delle canne labiali dell'organo. L'ocarina è un flauto globulare. Tali strumenti in origine non hanno l'imboccatura del flauto dolce, e sono allora varianti del semplice flauto verticale, di cui non parliamo in questa sede. E possibile applicare l'imboccatura del flauto dolce a un flauto globulare a condizione che quest'ultimo sia di terracotta o eventualmente di porcellana. Tali flauti globulari di terracotta o di porcellana con l'imboccatura del flauto dolce possono opportunamente essere inseriti nella categoria dei flauti dolci, alla quale appartiene dunque anche l'ocarina.
I vari tipi di flagioletto sono varianti del flauto dolce. Anch'essi hanno un blocco di legno all'ingresso che lascia libero un canale in cui l'aria è diretta contro lo spigolo del labium.
Il tipo di flagioletto più antico è quello francese, descritto per la prima volta dal Mersenne nel 1636, ma di origine molto precedente, forse cinquecentesca. La cameratura del flagioletto francese è in principio cilindrica. Lo strumento ha quattro fori davanti (I-IV) e due fori per il pollice sul retro (p I e p II). Il foro p I si trova al di sopra del foro I, p II tra i fori III e IV. Sono possibili due diteggiature. Con la prima il pollice della mano che sta in alto può chiudere il foro p I, l'indice e il medio della mano in alto possono chiudere i fori I e II; il pollice della mano tenuta in basso può chiudere il foro p II, l'indice e il medio della mano in basso possono chiudere i fori III e IV. Con la seconda diteggiatura il pollice della mano in alto può chiudere il foro p I, l'indice, il medio e l'anulare della mano in alto possono chiudere i fori I, II e III; il pollice della mano in basso può chiudere il foro p II e l'indice il foro IV. Il tono più basso è generalmente Re, in certi casi anche Sol o Do.
Questo tipo ha la sua origine appunto in Francia, ma è conosciuto anche in Germania, soprattutto a Norimberga, già nel 1643; in Inghilterra a metà del '600; e in Italia, dove Bartolomeo Bismantova a Ferrara lo menziona per la prima volta nel 1677. I flagioletti francesi sono sempre fatti in un unico pezzo, e continuano a essere suonati sino alla seconda metà del '700.
Verso la fine del '700 e nel secolo seguente si costruivano flagioletti anche più complicati e fatti di vari pezzi che però non sono presenti in questa collezione.