Palagi Pelagio
1775/ 1860
dipinto

tela/ pittura a olio
cm. 27.2 (la) 30.5 (a)
sec. XIX (1817 - 1818)
n. 526
Forma quasi quadrata. Studio non finito di testa per il ritratto di Gian Galeazzo.

Si tratta dello studio per la figura di Gian Galeazzo Sforza per il quadro "Galeazzo Sforza visitato in Pavia da Carlo VIII", commissionato a Palagi dal milanese conte Alari nel 1816. L'artista bolognese riserva allo studio del Galeazzo morente una particolare attenzione, in quanto tale volto era destinato a diventare il fulcro espressivo del dipinto. Tale soggetto ebbe tale successo che a poca distanza anche il Conte Luigi Porro Lambertenghi ne commissionò all'artista una versione, realizzata tra il 1818 ed il 1821, in quanto interpretava, come metafora visiva, l'ideologia politica liberal nazionalista perseguita dalla borghesia aristocratica lombarda della Restaurazione; ed in seguito, nel 1822, Palagi ne realizzava una terza versione per Giacomo Mellerio.
Le testimonianze documentarie (cfr. le lettere dei committenti all'artista presso la Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, Mss. Palagi) e l'analisi storico artistica effettuata da R. Grandi (1976) e da C. Poppi (1996) confermano l'ipotesi che il presente bozzetto sia in rapporto con l'esecuzione della versione per il conte Porro, alla quale l'artista si dedicata nel 1818. Tuttavia il confronto con il disegno di Palagi "Gian Galeazzo morente", acquistato nel 1987 dal Metropolitan Museum di New York (cfr. "L'ombra di Core", 1989, p.30), che si pensa collegato al dipinto ultimato per il conte Alari nel 1817 e che nella fisionomia di Gian Galeazzo non rivela particolari distanze da quella qui delineata, può suggerire anche una datazione antecedente quest'ultima data. (cfr. C. Poppi, in Pelagio Palagi Pittore, 1996, pp.167-169, n.42).