Pinacoteca Civica "Graziano Campanini"
Via Rizzoli, 2
Pieve di Cento (BO)
manifattura Daum
vaso

vetro/ stratificazione/ incisione a cammeo/ incisione alla ruota/ doratura
cm. 11.8 (a)
sec. XIX (1892 - 1894)
n. 30
Vetro incolore doppiato giallo, soffiato. Decoro "Violette" inciso a cammeo all'acido e alla ruota, su un fondo "givré". Bordo superiore dorato, sezione quadrangolare. I vetri a cammeo sono ottenuti incidendo il vetro a più strati all'acido: il processo consiste nel ricoprire il vetro con una cera resistente all'acido, disegnando poi su questa, con uno strumento appuntito, la decorazione che si vuole ottenere. A questo punto l'oggetto viene immerso in una miscela di acido fluoridrico con fluoruro di potassio e acqua, e la parte rimasta scoperta dall'incisore viene corrosa con una maggiore o minore profondità a seconda della durata dell'immersione. Per fondo "givré" si intende un vetro trattato all'acido così da diventare ruvido, a "buccia d'arancia".

E' il notaio Jean Daum che, fuggito dalla Lorena dopo la guerra francoprussiana del 1870, rileva una vetreria a Nancy e comincia a fabbricare lastre da finestra e vetri da orologio; ma è solo dopo la sua morte, nel 1855, che i figli Auguste e Antonin riescono a portarla al successo iniziando una lavorazione a livello artistico. Auguste si occupa dell'amministrazione, Antonin è l'artista che, da grande innovatore, riesce ad elevare la firma Daum accanto a quella di Gallé, ai vertici dei vetri Art Nouveau. Per lui l'essenza magica della natura consiste principalmente nel colore: di qui l'importanza di catturare l'esatta sfumatura di un fiore, di una foglia di un ramo. Al di là del simbolismo così di moda in quel momento, Antonin Daum parla di "studio delle cose viventi, amore per la verità, ritorno all'intellettualismo, alla sensibilità poetica nella decorazione, ai principi logici del disegno e dell'ornamento." E non è soltanto un teorico: introduce infatti molte e svariate tecniche riuscendo ad impiegarle contemporaneamente tanto da ottenere risultati straordinari. La più difficoltosa ed apprezzata è quella detta "intercalaire" con cui realizza opere piene di mistero e audacia, che sembrano raggiungere la terza dimensione. Si ottiene saldando a caldo, su una prima capsula di vetro o cristallo, composta spesso a più strati e decorata usando più tecniche, una seconda capsula pure a uno o più strati; se durante il raffreddamento l'opera non ha subito crepe o rotture (cosa non insolita data la difficoltà della lavorazione), si passa alla decorazione esterna. E' con questi vetri, oggi difficilmente reperibili, che all' Esposizione Universale del 1900 a Parigi gli viene riconosciuto il Grand Prix. Sperimentazioni varie, dunque, che ogni volta aggiungono qualcosa di diverso a quello che altri possono già aver realizzato: per esempio nell'incisione alla ruota usa progressivamente ruote di ferro, rame, piombo e sughero per ottenere dal vetro un risultato di delicatezza e leggerezza. Nel 1909, con Almaric Walter, introduce la "pâte de verre", risultato di una fusione in vetro simile a quella in bronzo a cera persa, ma di esecuzione assai più difficile e il cui procedimento è stato sempre tenuto segreto. Poi l'interruzione della guerra del 1914-18, le grandi mutazioni nel campo artistico, le Avanguardie, l'Art Déco. In Daum, dove Antonin andava gradualmente ritirandosi lasciando la guida della vetreria al nipote Paul, tutto ciò si manifesta come evoluzione graduale verso linee più asciutte ed intagli netti e precisi che nulla tolgono all'eleganza dell'oggetto ed al suo successo sul mercato. Tra i prodotti migliori c'è una ricca serie di lampade e di vasi profondamente incisi all'acido, spesso in vetro incolore o blu brillante, giallo o verde, che inglobano decisi motivi geometrici di grande effetto. La bellezza ora è data, oltre che dalla qualità del vetro, dalla sua trasparenza, splendore e luminosità, dalla qualità delle forme che devono essere scrupolosamente rigorose ed armoniche. Nel secondo dopoguerra la manifattura Daum continua la sua tendenza alla sperimentazione per esempio nell'utilizzo della "pâte de verre" insieme al cristallo, secondo un procedimento incredibilmente difficoltoso e a tutt'oggi rimasto segreto. Si tratta pur sempre, comunque, di una produzione che mantiene un carattere di maggiore tradizionalità rispetto ad altri paesi come Italia e Scandinavia; ciò nonostante hanno voluto lavorare per Daum artisti di fama internazionale come Salvator Dalì, Dmitrienko, Paloma Picasso e altri, realizzando piccole serie numerate di sculture.