Artisti, artigiani, architetti, produttori

Piacenza (PC) , 1895 - Piacenza (PC) , 1985
pittore

Nato a Piacenza nel 1895, Barbieri aderisce al movimento futurista della seconda ondata, quando ormai il movimento era in crisi. Legato all'ambiente milanese, nel decennio 1928-1938 fu protagonista di formidabili polemiche che insieme alla presenza a Piacenza di Mario Cavaglieri (1921-1925) contribuirono a svecchiare l'ambiente, condizionato dall'ascendente del quale godevano gli epigoni della pittura di tradizione, Francesco Ghittoni e Pacifico Sidoli. Bot, nome di battaglia (Barbieri Osvaldo Terribile), inventato ancora prima dell'adesione al movimento futurista, non aveva avuto maestri, anche se egli amava precisare d'aver frequentato l'Accademia Ligustica di Genova. Suo rivale a Piacenza fu Luciano Ricchetti, da lui accusato di "passatismo", con il quale, però, divise lo studio nel 1942, dopo che Ricchetti s'era affermato in campo nazionale vincendo il primo premio Cremona (1939) e partecipando per invito alla Biennale di Venezia. Partecipò alle Biennali di Venezia del 1930 e del 1932, alle Quadriennali romane e alle mostre futuriste di Milano e di Roma, comprese quelle dell'aeropittura (si vedano, per questo, le tempere del 1934 nel castello di Carpaneto, adibito a scuola, ora sede del municipio). Amico di Italo Balbo, lo seguì in Libia nel 1933, dove l'eroe italiano era diventato governatore, e vi rimase per due anni.
Alla metà degli anni Trenta produce le proprie ceramiche presso la savonese "C.A.S." realizzando, tra l'altro, alcuni stilizzati decori di ispirazione floreale e naturalistica. Nel 1951 partecipa nuovamente alla Quadriennale di Roma. Negli anni Cinquanta trascorre un periodo ad Albisola dove cuoce alcune opere presso le fornaci di Ivos Pacetti.

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