Chiesa Guido
1896/ 1963
ocarina di Budrio

terracotta
mm 210 (la) 145 (a) 145 (d)
sec. XX (1925 - 1960)
n. oc00001
ocarina (settima in SI b, ovvero la più grossa e grave del settimino), dotata di beccuccio di insufflazione laterale, provvista di otto fori digitali (sette anteriori ed uno posteriore), di colore cipria chiaro, priva di colorazione o di qualsiasi protezione sulla superficie.
Flauto globulare (in Italia denominato "ocarina" per la sua forma) fatto di terracotta abbastanza omogenea, raffinata e quindi priva di intrusi; prodotta per mezzo di uno stampo; l'assemblaggio delle due metà ottenute dallo stampo, il beccuccio di insufflazione, la sua applicazione al corpo dello strumento e i fori digitali, con la conseguente intonazione, sono invece fatti a mano a terra ancora da cuocere. Tale prassi è adottata dalla stragrande maggioranza dei costruttori budriesi.
Appartiene ad un settimino omogeneo per costruttore, materiali ed intonazione conservato nel Museo stesso.

nel 1924 l'autore eredita attrezzi, laboratorio e casa da Cesare Vicinelli di cui diviene l'erede nella costruzione delle ocarine di Budrio.