Museo Civico
Via Pillio, 1
Medicina (BO)
manifattura bolognese
burattino

legno scolpito,
legno inciso,
legno/ pittura,
canapa,
filo di ferro,
pelle
cm. 41 (la) 48.5 (a)
altezza testa 19//profondità testa 12
sec. XX (1900 - 1949)
n. 7
Burattino con testa di legno scolpito e dipinto di marrone scuro. I capelli e i sopraccigli sono scolpiti e colorati di nero. Le pupille, scolpite, hanno nel mezzo un forellino dipinto di bianco per rendere l'effetto del brillio. Il collo è cilindrico. Le mani sono del tipo piatto, con dita incise. Il vestito è un semplice buratto di canapa a strisce bianche e azzurre, sul cui bordo è applicato l'anello per appendere il burattino tramite una linguetta di pelle. Intorno al collo del burattino è avvolta una sciarpa di filo azzurro e dorato.

Non è stato possibile svolgere ricerche documentarie in merito alla muta di burattini di Medicina, a causa dell'inconsultabilità dell'Archivio Comunule e di Deposito. Tuttavia, sulla base delle testimonianze orali delle maestre Guglielmina Cattani detta "Nina" ed Evelina Cussini, raccolte da Anna Brini e Giuliana Sarti, si è capito come la muta sia giunta al paese.
Il Comune di Medicina li acquistò da un burattinaio oggi d'identità incerta. E' possibile che il suo nome fosse Agostino Serra, un burattinaio che era solito tenere spettacoli di burattini presso le Scuole Elementari del paese. A quanto pare, il vecchio burattinaio che cedette la collezione, dovendo andare a vivere al ricovero e ritirandosi di conseguenza dal mestiere, aveva espresso il desiderio che i burattini fossero donati ai bambini. In via teorica, si può quindi far coincidere il nome del burattinaio di cui è comprovata l'attività presso le scuole di Medicina con quello del burattinaio che pensò ai bambini come ultimi destinatari del proprio materiale.
I burattini giunsero alle Scuole Elementari negli anni cinquanta del Novecento, e lì sono rimasti fino al 2001, quando furono trasferiti al Museo Civico, per iniziativa del Direttore didattico Raffaele Romano Gattei.
La muta è accompagnata da attrezzeria, vestiario e scenografie. Doveva esserci anche la baracca, ma secondo il racconto delle maestre essa è andata distrutta. I burattini furono utilizzati per spettacoli curati dalle maestre della scuola, e in particolare da Nina.
I burattini sono stati sottoposti a una leggera pulitura, eseguita da Anna Brini e Giuliana Sarti, sotto la direzione dell'Assessore alla cultura Lorella Grossi.
E' possibile datare le teste e gli abiti Frabboni della raccolta tra 1910 e il 1940. E' questo l'intervallo d'anni in cui operò Filippo Frabboni, il cui nome è timbrato su alcuni abiti.
La testa sembra essere contemporanea a quelle scolpite da Emilio Frabboni, ma tuttavia è stata realizzata da uno scultore differente. Anzichè avere il collo conico, capelli veri e pupille concave, questa testa ha collo dritto, capelli scolpiti nel legno e grandi pupille forate e dipinte di bianco al centro. Gli stessi caratteri compaiono nel burattino raffigurante un uomo con barba e baffi grigi (INVN: 5).