This paragraph should be hidden. idcardrel 3010 Solieri Giuseppe Barnaba detto fra Stefano da Carpi
Solieri Giuseppe Barnaba detto fra Stefano da Carpi1710/ 1796
tela/ pittura a olio
sec. XVIII (1787 - 1787)
In un ambiente interno piuttosto spoglio, una figura maschile siede a destra su di una seggiola impagliata, e rivolge lo sguardo e la mano destra allo spettatore, la sinistra al petto. L'uomo, barbuto e calvo, indossa un abito da frate Cappuccino, con cordone e corona del rosario legati in vita. La sinistra della tela è occupata da un piano di tavolo su cui poggiano una clessidra, un paio di occhiali, una tavolozza da pittore con pennelli, due libri e un foglio di carta manoscritto.
E' la stessa scritta autografa, dipinta sulla tela, a indicare il motivo per cui l'opera fu eseguita: soddisfare la richiesta di Eustachio Cabassi, priore della Comunità di Carpi, che poneva ad ornamento del palazzo comunale una raccolta di illustri carpigiani. Frate Stefano riceveva l'autorizzazione per dipingere il proprio ritratto dal guardiano del convento di Reggio Emilia, dove egli risiedeva. Documenti conservati nell'Archivio Guaitoli, riguardano il carteggio relativo all'esecuzione del ritratto nel 1787.
L'opera è già ricordata in un inventario del 1796, ed è citata successivamente (E. Tirelli, 1900, p. 66; P.R. Russo, Fra' Stefano da Carpi, tesi di laurea, Univ. Cattolica Sacrao Cuore, 1970, pp. 310-12). L'autoritratto è successivo agli altri due fino ad ora conosciuti, quello della Pinacoteca di Reggio Emilia e l'altro presso l'Istituto Venturi di Modena. Nonostante l'età avanzata, l'artista realizza un'opera straordinaria per immediatezza, vivacità e indagine psicologica: elementi che assieme ad una tecnica aggiornata su tendenze contemporanee, rivelano influssi dell'arte del bolognese Giuseppe Maria Crespi.