Museo Civico "Il Correggio"
Piazza Cavour, 7
Correggio (RE)
Mattens Cornelius
notizie 1580-1640
Altra Attribuzione: manifattura brusellese
arazzo

lana/ filatura,
seta/ filatura
cm. 204 (la) 135 (a)
sec. XVI (1580 - 1599)
La scena è ambientata ai margini di un villaggio, immerso in una campagna lussureggiante. Un grande albero funge da asse dell'immagine e, con due alberi simmetricamente disposti ai margini laterali, incornicia un dittico, con i bevitori raccolti attorno a tavolate, sulla destra, separati dal girotondo contadino raffigurato sulla sinistra.

L'arazzo, un pezzo unico e isolato, appartiene alla raccolta degli arazzi di Palazzo dei Principi, che comprene le serie della Caccia e dei Giardini, l'arazzo isolato che raffigura una Festa popolare, cui si aggiungono sei frammenti di bordure. potrebbe essere stato concepito come sopraporta. La critica è stata concorde nello stabilire che tutti gli arazzi furono tessuti a Bruxelles, probabilmente entro l'ultimo quindicennio del XVI secolo. Tali supposizioni sono suffragate non solo da raffronti, ma anche dalla gamma cromatica che, limitata e luministica nello stesso tempo, costituisce una vera e propria firma delle manifatture tipiche brusellesi, del periodo che si colloca a metà fra la fase delle monumentali serie narrative e classicheggianti a figura del primo e del pieno Cinquecento, e quella delle roboanti serie barocche, sull'esempio di Rubens, del secondo decennio del XVI secolo. Questi pezzi si inseriscono infatti nel filone, fra l'ultimo quarto del XVI secolo e il primo quarto del secolo successivo, quando l'arazzo venne inteso essenzialmente quale "media decorativo": privo di pesanti implicazioni erudite, con riferimenti alla vita quotidiana delle classi aristocratiche di aspirazione neofeudale e con intenti quindi essenzialmente ricreativi. Anche se alla fine del Cinquecento a Correggio era sorta una piccola manifattura per la fabbricazione di tessuti, si è ritenuto opportuno attribuire il legame con Correggio unicamente a motivi di committenza e di destinazione, a differenza di quanto sosteneva Bigi (1880) che aveva attribuito alla manifattura correggese gli arazzi. Ancora, Pettorelli (1936) aveva individuato in Gerolamo da Correggio il committente, ma questi morì troppo presto, nel 1572. Più verosimilmente è stata accettata l'ipotesi di Finzi (1966) e Ghidini (1976) che indicano quale committente il conte Camillo da Correggio, reggente del piccolo stato con capitale Correggio, fino al 1605. Probabilmente Camillo aveva voluto emulare i fasti quattrocenteschi delle vicine corti degli Estensi e dei Gonzaga, ordinando questi sontuosi arazzi istoriati da appendere alle pareti della sua residenza. Forti Grazzini (1995) cita un inventario degli arredi del Palazzo dei Principi del 1606, reso noto dal Rombaldi, che documenta la presenza di ventiquattro (o quarantadue) arazzi, cui apparterrebbero anche i nove ancora conservati. Nel 1631 si verificò la detronizzazione del principe Siro e la conseguente caduta di Correggio sotto il dominio estense, cui si aggiunsero anche numerose razzie di beni, fra cui "alcune tappezzerie", fra cui forse certi arazzi del nucleo originale. Nel 1786 gli arazzi superstiti furono "adattati", tramite tagli delle bordure e delle scene, alle dimensioni necessarie per arredare taluni locali del Municipio (il che spiega lo stato incompleto dei panni), dove rimasero finché, una ciquantina di anni fa, furono spostati presso il Palazzo dei Principi (vedi Ghidini 1976). Forti Grazzini (1995) riprende un'indicazione della Ghidiglia Quintavalle (1939? scheda storica) secondo cui esiste una replica dell'arazzo "Giardino con Giove e Callisto" presso il Castello di Kronberg a Elsinore (Danimarca), unico esemplare superstite di una serie in cui sarebbero stati illustrati anche gli altri soggetti della serie dei "Giardini" del Palazzo dei Principi di Correggio. Conclude quindi Forti Grazzini: "E poichè, di regola, i cartoni di una serie erano di proprietà dell'arazziere, che poteva riprodurli più volte, il tessitore del panno a Elsinore fu lo stesso degli arazzi di Correggio: e il primo, completo ancora della sua bordura originaria, reca nella cimasa la marca "B -scudetto- B" della città di Bruxelles e il monogramma CM di un arazziere, Cornelius Mattens, attivo nella capitale delle Fiandre (secondo quanto riporta il Gobel) tra il 1580 e il 1640. Sono note altre opere dello stesso arazziere, spesso realizzate in collaborazione con Henri Mattens. L'assenza di note biografiche non consente di ancorare a una circoscritta fase della sua attività l'esecuzione dei "Giardini": acquisiamo soltanto, per ora, il termine 1580 come limite post quem per la loro fattura". La singolarità di questo pezzo fu già rilevata dal Pettorelli (1936): mentre una raffigurazione di genere e popolaresca sembrerebbe consona piuttosto ad un arazzo del genere "Teniers" del primo Seicento o del primo Settecento, lo stile e i colori, il modo di raffigurare gli alberi e le capanne, le rigogliose pianticelle del proscenio dichiarano invece la stessa cronologia dei "Giardini" e delle "Cacce".