Museo della Città
Via L. Tonini, 1 (Domus del Chirurgo - piazza Ferrari)
Rimini (RN)
Zavagli Ricciardelli delle Caminate Renato detto René Gruau
1909/ 2004
dipinto

tela/ pittura a tempera
cm. 37 (la) 45 (a)
sec. XX (1945 - 1950)
n. 626 PQ
La figura femminile è ritratta di spalle, nell'atto di allacciarsi il corpetto dell'abito bianco, dalla lunga e vaporosa gonna. Le braccia e la schiena della ragazza sono scoperte; i capelli sono raccolti in un alto chignon. Il fondo scuro - dai toni grigio, nero e marrone - fa risaltare la leggerezza del tessuto dell'abito.

Il dipinto è stato acquistato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Rimini nell'anno 2000 presso la Galleria di Sylvie Nissan di Cannes, agente dell'autore (cfr. delibera G.C. n° 571 del 8/8/2000).
L'incerta costruzione della figura porta a considerare l'opera di modesta qualità, ma non a mettere in dubbio la paternità di Gruau. La foggia dell'abito e lo stile lo fanno ascrivire allo scorcio degli anni Quaranta.
René Gruau, al secolo Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, nacque a Rimini nel 1909 in una villa sul colle di Covignano. Visse in città soltanto nel periodo della sua giovinezza e durante le stagioni estive. In tale periodo apprese i primi rudimenti pittorici dall'artista riminese Gino Ravaioli, che rimase colpito dai suoi disegni; di innato talento, egli non frequentò mai scuole artistiche, ma fin da piccolo disegnò moltissimo, traendo spunto, in particolare, dalle riviste di moda della madre. Di nascita parigina, la madre Marie Gruau, con la sua passione per la vita mondana e l'eleganza, influì notevolmente sulle scelte artistiche del figlio: separatasi ben presto dal marito, si trasferì con lui a Milano e nella capitale francese. La carriera artistica di Gruau si sviluppò a partire dagli anni '30 nel campo della moda: in particolare egli si dedicò all'ideazione di copertine di importanti riviste del settore e di manifesti pubblicitari per le grandi case parigine, fra cui, a partire dal secondo dopoguerra, la maison Dior. Con questa diede vita ad un lungo sodalizio artistico, che si ripetè per qualche altra importante ditta, fra cui l'industria tessile italiana Bemberg. Dal secondo dopoguerra divenne uno dei più ricercati ideatori di immagini pubblicitarie, grazie alle sue figure raffinate e sorridenti - di sovente create da una linea estremamente evocativa che ne traccia la sola silouhette - ed ai tre colori dal lui prediletti, ovvero bianco, nero e rosso.